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L’evoluzione della logistica dei magazzini

Matteo Gigoni

LIVORNO – Siamo ormai abituati a rivoluzionare i nostri stili di vita, le abitudini lavorative, riorganizzare le nostre aziende in toto nel giro di poco tempo. Abbiamo sviluppato molta più attenzione e capacità di adeguamento alle necessità del mercato, volente o dolente anche grazie all’avvento del Covid e alla grande opportunità del PNRR. 

In tutti i settori cambiano le priorità così come quelle che riguardano l’ambiente di tutti giorni in cui viviamo: riassetto e arredamento degli uffici, revamping dei magazzini e nuovi layout dei negozi. 

In ambito business, abbiamo fatto quattro 🗣 chiacchiere con il responsabile commerciale 🎙 Matteo Gigoni 🎙, dell’omonima storica azienda livornese (oltre 50 anni di storia consolidati anche grazie alla partnership con Ponteggi Dalmine, divenuto poi Marcegaglia e attualmente rappresentato dalla Dalmine Logistic Solutions) operante nel mondo della logistica e della scaffalatura.

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Ci illustri le caratteristiche del vostro lavoro…

Siamo agenzia storica della Dalmine, una delle più antiche. Cerchiamo di offrire un servizio diverso dalla concorrenza, più completo, immedesimandoci nel cliente e cercando di realizzare ciò che veramente desidera, assecondando ogni sua richiesta. Credo che siamo unici, in Italia, nell’offrire oltre 5000 m2 di magazzini, con una capacità di circa 200 tonnellate di scaffalature in pronta consegna che ci permette di essere reattivi, offrendo la continuità.

Per dare qualche numero, nell’arco dell’anno arriviamo a movimentare quasi 700-800 tonnellate. 

Il nostro team si occupa delle varie fasi che caratterizzano ogni singola fornitura, dai rilievi e sopralluoghi in cantiere dal cliente, alla progettazione (affidata a 4 geometri interni all’azienda), al trasporto e alla messa in opera, completando il tutto con revisioni e controlli certificati su base annua.

Relativamente alle vostre sedi?

La sede storica è a Livorno in Via Giacomo Leopardi con i suoi 5 magazzini ben attrezzati. Ci avvaliamo della collaborazione con vari agenti che ci garantiscono una presenza capillare sul territorio toscano, ma anche su scala nazionale, … e non mancano anche discreti lavori in campo internazionale. Sostanzialmente, molte aziende toscane hanno magazzini fuori regione e/o fuori Italia.

Come è cambiata la logistica nel vostro settore, negli ultimi anni?

Pensando ai magazzini, negli ultimi anni le aziende stoccano molto meno materiale, grazie all’ottimizzazione dei processi “produzione-vendita” ottenuta dalla digitalizzazione.

I centri logistici e il settore trasporti lavorano in modo molto efficiente (il “Fattore Consegna” si è perfezionato), e ciò ha comportato un alleggerimento delle strutture;

anche in fase di ristrutturazione, si tende a privilegiare la capienza e l’efficienza tecnologica. 

Anche la progettazione e la richiesta dello spazio ufficio si è evoluta?

Sicuramente! Fino al giorno prima del Covid, l’openspace ben evoluto, ricollocato e analizzato era il format più in voga, grazie all’abbattimento delle pareti divisorie – oggetti molto costosi che specialmente le grandi aziende vogliono risparmiare anche per non creare troppi vincoli nella ripartizione degli spazi.

Inoltre, nelle aziende è 📉 crollato 📉 il mito della postazione assegnata, a favore di quella versatile.

Negli ultimi due anni, sono stati integrati pareti mobili, pareti in plexiglass o policarbonato su scrivania insieme a pannelli fonoassorbenti: l’ottica è quella – speriamo – di rimuoverle lentamente nei prossimi anni.

Sponsorizziamo prodotti ergonomici perché l’ergonomia (ossia il fattore seduta) è l’elemento chiave all’interno degli uffici: le persone, infatti, trascorrono mediamente 8/10 ore a sedere.

Come dico sempre, “la seduta andrebbe scelta prima degli arredi”!

Ci può indicare due aspetti critici della catena logistica?

Il primo è la mancanza delle materie prime (in primis, l’acciaio proveniente dal Medio-Oriente, Russia ed India) insieme al contestuale aumento di prezzo, che permane ancora. I nostri listini sono raddoppiati, così come anche per i nostri competitor, e le PMI ammortizzano il colpo con più difficoltà rispetto alle grandi aziende.

Il secondo è la gestione antisismica della struttura di magazzini: i clienti che ce la chiedono notano, in fase di progettazione, la differenza di prezzo e successivamente la sua rigidità per poi volerla riconvertire per renderla più versatile. Purtroppo non è così semplice da farsi perché non sono aspetti complementari la capacità di carico e la sicurezza. 

La legge 81/2008 sulla sicurezza non impone espressamente che le strutture siano antisismiche, ma si limita a specificare che le stesse rispettino quanto più possibile i parametri di sicurezza:

il margine interpretativo dei produttori di scaffalature crea spesso un’informazione non veritiera.

Invece, due aspetti favorevoli?

In primis l’evoluzione dei magazzini nell’era moderna: l’automazione ha fatto passi da gigante, fino a pochi anni fa impensabili. Ci sono tantissime nuove soluzioni logistiche, dall’automazione più spinta agli impianti semiautomatici, e a satellite (tipo Shuttle). Inoltre, noi crediamo fortemente nel fornire un ottimo servizio legato alla qualità del prodotto: se ben studiate e sponsorizzate, la percezione delle qualità e performance sono colte dal cliente.

Per concludere: quali sono le prospettive nel breve-medio periodo?

Dal post-pandemia, la richiesta del mercato italiano è stata rilevante, molti hanno cavalcato bene la contro-onda della pandemia, mettendo in atto grandi quantità di investimenti.

Noi ad oggi abbiamo tantissimi richieste ed ordini che gestiamo a rilento a causa della mancanza e ritardo dell’approvvigionamento delle materie prime.

Per fare un esempio, oggi riceviamo 1-1,5 bilici al mese contro 3-5 dei mesi scorsi. Non ho la sfera di cristallo e anche la guerra attuale non aiuta: direi però che complessivamente non abbiamo mai avuto grosse difficoltà.

Ad maiora, allora.

Stefano Benenati

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Pubblicato il
25 Maggio 2022
Ultima modifica
26 Maggio 2022 - ora: 12:12

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