Su Piombino a palle incatenate
PIOMBINO – Che non siano tempi facili per i porti lo confermano non solo i dati qui a fianco relativi ai traffici di Livorno, sia la raffica di adempimenti che spettano alle AdSP per tener dietro ai programmi – qualche volta vicini al velleitario – che gli Stati impongono specie sul piano burocratico per arrivare a quella specie di paradiso ambientale che è fissato per il 2050.
Poi ci sono gli eterni scontri a livello politico, se non addirittura di pollaio.
Infine, sul futuro, gravano le incertezze legislative su poteri e limiti di potere delle stesse AdSP; non per niente un presidente si lamentava poche settimane fa che per finanziare un intervento urgente non previsto dal bilancio per oltre poche decine di migliaia di euro avrebbe dovuto fare una variazione di bilancio stesso, che con l’attuale burocrazia richiede mesi.
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Vogliamo aggiungere altro?
Proprio in questi giorni, mentre il presidente dell’AdSP del Nord Tirreno sta facendo con i suoi i salti mortali per ridurre il contenzioso su Livorno e Piombino, è partito ⚔ nuovo ricorso al TAR dal terminal TDT 💣💣 contro il terminal Lorenzini.
E a Piombino s’è scatenata una bagarre contro lo stesso presidente Guerrieri da parte di un raggruppamento politico, con l’accusa di non fare abbastanza. Per un piombinese come Luciano Guerrieri è come essere accusato di tradire la propria Patria.
Insomma è lotta continua: e ci si perdoni l’uso di questo simbolo del passato.
Il problema del problema è che tutti, proprio tutti, sbandierano ad alta voce la necessità di coordinarsi, di sedere a tavoli di trattative, di collaborare per il bene comune. Poi sui giornali e sul web, si spara a palle incatenate.
A Piombino c’è la sparatoria sul rigassificatore, c’è quella sulle acciaierie, c’è la guerra dei traghetti, c’è adesso la messa in mora di Guerrieri…
Viene da riesumare un vecchio adagio: “Ha da venì un Baffone”. Ve la ricordate la suprema aspirazione?
Antonio Fulvi
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