È tempo di “seminare” il mare
CAPRAIA ISOLA – È tempo di preparazione delle grandi reti di allevamento dei pesci
nel mare Tirreno.
E la Cooperativa Maricoltura e Ricerca di Capraia – sottolinea la cooperativa nel suo sito web -, nata nel 1998 da un progetto di sperimentazione regionale, sta terminando la “semina” degli avannotti di orate e spigole in acque incontaminate, tra le più pulite d’Italia .
L’isola di Capraia dista, infatti, circa 36 miglia dalle coste della Toscana, è abitata da poche centinaia di persone e non ha nessun insediamento industriale che possa inquinare il bellissimo mare che la circonda.
“Nel corso degli anni – sottolinea la cooperativa nel suo sito web – abbiamo sempre cercato di indirizzare la nostra produzione su un prodotto di alta qualità adottando ogni processo della filiera finalizzato allo scopo, ci siamo in passato certificati BIO e abbiamo ottenuto la certificazione “filiera libera da uso di antibiotici” su l’intero ciclo produttivo”.
La cooperativa è nata dalla visione, allora quasi fantascientifica, di due amici: Lorenzo Romano, detto da tutti Enzino, e
Stefano Dini, arrivato da entroterra ma subito innamorato dell’isola.
Enzino è morto in mare, ma ha lasciato il figlio Giorgio altrettanto appassionato e capace. Oggi la cooperativa da lavoro a una dozzina di isolani. L’impianto di allevamento rappresenta anche una delle più importanti realtà produttiva ed occupazionale per l’Isola di Capraia: via via ha aumentato le grandi vasche di rete situate nella zona di portovecchio, e proprio in questi tempi sta studiando anche la possibilità di allevare anche i pregiatissimi dentici, con gli stessi criteri ottimali delle altre specie. Intanto mette sul mercato nazionale circa 250 tonnellate di pesce di ottima qualità ogni anno.