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Assiterminal incontra il cluster mare

ROMA – “Portualità Italia a servizio del Paese: Assiterminal a confronto con il cluster marittimo nazionale”. È questo il titolo dell’evento in programma il 18 aprile prossimo a Roma (Palazzo Colonna Sede Federazione del Mare, Piazza S.S. Apostoli).

L’incontro sarà suddiviso in due momenti: il primo valorizza le aziende, le sfide organizzative e gli investimenti che si stanno mettendo in campo per sostenere modelli di business in continuo cambiamento, in un contesto di strutture di costi in aumento e di incertezze; il secondo momento è dedicato al confronto con la politica e il mondo associativo.

“Il recente passato ci sta ponendo sfide che non erano immaginabili sono a poco tempo fa: gli effetti dell’integrazione nella logistica, la non compiuta riforma della governance portuale e di processi efficaci di pianificazione, gli stravolgimenti geopolitici, la concorrenza della sponda Sud del Mediterraneo e la transizione energetica sono solo alcune delle sfide che possono essere affrontate solo grazie a una stretta collaborazione pubblico/privato a guida centrale e con una chiara visione degli obiettivi e della destinazione delle risorse: noi ci siamo”, scrive Assiterminal in una nota.

La proposta di Regolamento comunitario sulle infrastrutture per i combustibili alternativi (AFIR) prevede che, partire dal 1° gennaio 2030, le navi portacontainer e le navi passeggeri ormeggiate in un porto della rete centrale e globale delle TNT dovranno collegarsi all’OPS (on-shore power supply) e utilizzarlo per tutto il loro fabbisogno di elettricità durante l’ormeggio. 

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“Se si vuole fare sistema si deve dialogare e prendere decisioni in base alle reali esigenze del mercato fornendo strumenti incentivanti anche ai terminalisti per investire sulla transizione energetica. La pianificazione deve essere fatta a step insieme all’armamento avendo chiaro che qualunque alternativa ai combustibili fossili deve essere sostenibile anche dal punto di vista economico e che non esiste una sola ricetta. Siamo indietro anche perché la burocrazia non aiuta. Lo stesso vale, in termini di pianificazione, per lo sviluppo intermodale: in più, su questo, anche l’industria deve fare la sua parte innovando i processi di distribuzione. Il rapporto gomma/ferro è ancora 80/20”, conclude l’associazione.

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Pubblicato il
29 Marzo 2023
Ultima modifica
30 Marzo 2023 - ora: 11:03

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