Ora il Teu viaggia su ferro

Andrea Monti
GUASTICCE – Un’occhiata al mondo della logistica dall’interporto Vespucci, dove opera con connessioni globali la SoGeSe della famiglia Monti. Ne abbiamo parlato con Andrea Monti durante una breve pausa dei viaggi tra il Far East, il nord Europa e gli Usa.
Andrea, uno dei vostri business è il noleggio dei contenitori: quali costi e quali sviluppi?
“In un quadro globale che vede ancora le emergenze dei passaggi di Suez e di Panama, si sta sviluppando il trasporto dalla Cina all’Europa – uno dei traffici da tempo al vertice quantitativo – non più sulla modalità marittima ma su quella ferroviaria. A differenza delle compagnie di navigazione però, le aziende ferroviarie non hanno Teu: quindi gli spedizionieri devono noleggiarli, e in questo senso il noleggio si sta sviluppando, con buone tariffe per chi ne dispone”.
Sul piano dei noli, il trasporto su ferro è più o meno costoso che su nave?
“A parità di tratta, dalla Cina agli hub dell’Europa (Amburgo o Trieste) il costo è superiore: circa 6500 dollari Usa per un 40 piedi, contro i 5700 via mare. Sul ferro va aggiunto il noleggio del contenitore. Però c’è il vantaggio di un transit time ridotto del 40% con tutte le garanzie della puntualità, e dell’assenza dei rischi del mare, che comportano spesso ritardi. In 16-20 giorni al massimo il tragitto si completa”.
In sostanza, bisogna cogliere le possibilità alternative, anche perché l’Europa a sua volta registra crisi produttive…
“Esatto, in particolare le recessioni tecniche di Germania e Regno Unito, che incidono nella produzione e nei trasporti. Così ci sono in giro parecchi contenitori vuoti, sia per la minore vendita sia per l’eccesso di produzione subito dopo la pandemia. Risultato: a febbraio il costo medio di un Teu era sceso del 10% e per il momento si apettano altri ritocchi a scendere”.
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Si legge molto anche della nuova politica Usa verso l’import cinese, con la scelta di altri mercati di produzione in alternativa.
“è una delle varianti più significative nel mondo della logistica, deciso per motivi politici più che di mercato. Fatto sta che la tratta Cina-Usa è in netta diminuzione, sostituita però da un aumento delle importazioni Usa dal Messico e in parte dal Vietnam”.
Ma è vero che è aumentato anche il traffico Cina-Messico?
“Vero: il che fa pensare che in fin dei conti, le stesse merci che arrivavano direttamente dalla Cina agli Usa oggi ci arrivino via Messico…”
Concludendo: il protezionismo, che un tempo si chiamava politica Monroe, oggi lascia sempre nuovi varchi…
“L’economia mondiale non accetta gabbie impenetrabili. E i paesi in via di sviluppo sono sempre più fonti a cogliere le opportunità”.
(A.F.)
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