L’attimo fuggente
LIVORNO – Non ne parlo per la prima volta, ma nel campo dei lavori marittimi, nel nostro paese si verificano spesso fatti e congiunture almeno apparentemente illogiche.
E la crisi di molte grandi imprese italiane vissuta nel biennio 2017/2019, (anni in cui molte grandi imprese storiche, attive anche nel campo dei lavori marittimi – si pensi solo ad Astaldi, Condotte, Grandi Lavori Fincosit, CMC, Mantovani, Coopsette, Tecnis, e altre – hanno dovuto fronteggiare crisi economiche indotte dal sistema creditizio che hanno portato a varie forme di amministrazione straordinaria, concordato, fallimento, etc), si riverbera oggi sul mercato, in tempi nei quali c’è l’esplosione – indotta dai finanziamenti PNRR – dei lavori marittimi e portuali.
Questo comporta che le imprese rimaste devono probabilmente fronteggiare molto più lavoro con strutture organizzative ed operative penalizzate da scarsità di tecnici e manodopera specializzata in tale campo.
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A questo si aggiunge che la necessità di crescita delle imprese di oggi si scontra con l’incertezza del ridotto arco temporale di questi investimenti (cosa succederà dopo il 2026 termine PNRR?).
Visto che i lavori marittimi hanno un andamento ciclico e che gran parte di quello che si poteva fare è stato avviato sfruttando il PNRR, sarà molto probabile che dopo il 2026/2027 le imprese specializzate in questo settore dovranno iniziare a guardare con maggiore interesse il mercato estero dove però i competitors sono spesso dei colossi multinazionali.
Dunque, coloro che considerano il settore lavori portuali come una manna permanente anche nel futuro, farebbero bene a riflettere: in primo piano la politica, troppo spesso concentrata sull’attimo fuggente.
(A.F.)
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