Il ping-pong sul bacino Montano

Aldo Montano
LIVORNO – Davvero, sembra una storia inventata. Eppure, come testimonia anche un recente documento della CNA sul quotidiano livornese, ha tutti i crismi della realtà.
Dopo quasi un mese di navigazione a rimorchio, è arrivato a Livorno il bacino di carenaggio galleggiante acquistato dal cantiere Montano in Ucraina.
Aldo Montano, già campione olimpico scherma e oggi impegnato sull’azienda di famiglia aveva dichiarato, all’arrivo del convoglio: “Per la prima volta il nostro cantiere riceve un proprio bacino galleggiante, trovato in via di dismissione a Izmail. Ci abbiamo investito circa 5 milioni di euro e l’abbiamo già sottoposto a 4/5 mesi di ristrutturazione. Mi auguro di vederlo attivo già da inizio 2025”.
Il bacino è stato già posizionato alla Darsena 1 del porto. E qui è cominciata la incredibile storia che ci hanno raccontato.
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In stretta sintesi, il nuovo bacino Montano non sembra venga accolto con le braccia aperte dall’AdSP, che anzi ha proposto all’imprenditore di trasferirlo a Piombino. Motivo: la banchina dove era previsto di affiancarlo sarebbe messa male, ha bisogno di lavori e quindi non sarebbe adatta allo scopo.
Finita qui? Pare di no, perché a Piombino hanno storto la bocca, e il nucleo locale della stessa AdSP ha fatto sapere che non c’è un posto adatto. Se non ci sono stati sviluppi mentre andiamo in stampa, il nuovo grande, sospirato bacino dei Montano sembra destinato a tornare in Ucraina…o quasi.
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I Montano ci contavano e ci contano. Il bacino può ospitare scafi di 100 metri di lunghezza, ha due gru e opera velocemente. Può impiegare la cinquantina di dipendenti (meccanici, tubisti, carpentieri, etc.) oltre che nel service e riparazioni, oggi anche in vari porti d’Italia su navi fino a grandi dimensioni, con nuovi servizi su navi di fascia media. Una vera ricchezza in più per il porto, dove è stato (secondo alcuni: sciaguratamente) cancellato il maxi-bacino che fu il più grande del Mediterraneo. Come finirà? (A.F.)