«Più di 300 elaborati e 280 risposte per superare mille ostacoli»
Il Guerrieri-pensiero nel giorno della svolta
LIVORNO. «Viva la Darsena Europa, viva il porto di Livorno e quelli del sistema del mar Tirreno Settentrionale, viva la città di Livorno, viva la Regione Toscana, viva l’Italia». Solo in extremis Luciano Guerrieri riesce a inghiottire un groppo di emozione nel suo d-day mentre praticamente consegna al porto di Livorno quel che è riuscito a fare per rimettere sui binari l’operazione Darsena Europa: sulla rampa di lancio già quando era Giuliano Gallanti sulla poltronissima di Palazzo Rosciano, sede del governo del porto labronico (e il “governatore” Enrico Rossi aveva annunciato un inatteso finanziamento di 200 milioni), poi l’ha seguita il suo successore Stefano Corsini.

Luciano Guerrieri, per quattro anni presidente dell’Authority e poi anche commissario straordinario della Darsena Europa, al fianco del presidete della Regione Toscana, Eugenio Giani (a destra)
Adesso, prima di lasciare Palazzo Rosciano al presidente incaricato Davide Gariglio, eccolo nel giorno della verità: lui, due volte commissario a Livorno – sia di sé stesso dopo la fine della prorogatio del suo mandato sia al vertice della struttura commissariale alla quale il governo ha affidato le chiavi della maxi-Darsena – dopo che commissario lo era stato anche nel porto di Piombino per 44 mesi prima della riforma. E adesso tanto il sindaco Luca Salvetti che il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani gli rendono omaggio: senza di lui non saremmo riusciti ad arrivare fin qui. Possibile che diventi lui il successore di sé stesso al timone della struttura commissariale di nomina governativa?
Intanto, c’è da dire che il suo intervento alla posa della prima pietra delle nuove dighe è iniziato ed è terminato sotto il segno dei “grazie” da distribuire fra i suoi collaboratori che hanno preparato la cerimonia del lunedì più lungo, e, nel finale, partendo da ministro e viceministro, per un susseguirsi che include «il sindaco Luca Salvetti, l’ammiraglio Giovanni Canu, il presidente della Regione Eugenio Giani e quello del consiglio regionale Antonio Mazzeo, l’assessore regionale Stefano Baccelli ed i collaboratori, il prefetto Giancarlo Dionisi, il soprintendente Valerio Tesi e poi i tecnici di Adl, Arpat e Ispra, i componenti del comitato di gestione, quelli dell’Organismo di Partenariato, quelli della commissione consultiva e dell’Osservatorio Ambientale: in pratica, tutti quanti hanno avuto parte in questo grande progetto che è la Darsena Europa, Livorno. Comprese le imprese che la realizzeranno».
No, non stata routine: anche perché Guerrieri tiene a sottolineare «quanto lavoro ci sia stato, quante progettazioni, analisi, studi, approfondimenti, verifiche, contatti, riunioni, quanti problemi, discussioni, quante decisioni, cambiamenti, ostacoli da superare, atti, delibere… fino a questi giorni con l’approvazione del progetto esecutivo con l’intesa della Regione e ora la consegna dei lavori».

La vicecommissaria della Darsena Europa, Roberta Macii, alla cerimonia per la posa della prima pietra
È «la pura verità», rincara lui: la Darsena Europa, «lo attestano gli atti ministeriali e di Palazzo Chigi», è un progetto «caratterizzato da un elevato grado di complessità progettuale, da una particolare difficoltà esecutiva ed attuativa, da complessità delle procedure tecnico-amministrative». La struttura commissariale, questa complessità – dice – l’ha «saputa dominare con scelte coraggiose». A cominciare da: 1) l’adeguamento tecnico-funzionale con cui si è deciso l’ampliamento delle nuove vasche di colmata, visto che c’era da accogliere tutti i 17 milioni di metri cubi di sedimenti di dragaggio, non essendo più possibile destinarne 5 milioni a ripascimento di litorale; 2) il consolidamento della prima cassa di colmata, costo 50 milioni di euro, per anticipare i tempi e incentivare l’attenzione del mercato.
Fra i problemi più spinosi il confronto «serrato e competente» con gli uffici della Commissione europea per evitare di cadere nella tagliola degli “aiuti di stato”. Non basta mica: l’iter della valutazione di impatto ambientale parte il 15 novembre 2022 e si conclude «dopo due anni e sei mesi», dando risposta «a oltre 280 richieste da parte di tutti gli enti valutatori».
«Troppo tempo, davvero troppo tempo», rimarca Guerrieri segnalando che «il senso dell’urgenza collegato alla realizzazione dell’opera non appartiene alla generalità dei tanti soggetti coinvolti nella procedura». Al tempo stesso, il vaglio effettuato «con grande severità» dà «un timbro di serietà e un carattere di validità tecnico-scientifico-ambientale al nostro progetto». Lo ripete anche riaffermando «la nostra volontà di dialogare costantemente» con il Comune di Pisa e l’ente parco di San Rossore, che pure non sono mai stati tenerissimi con il progetto della maxi-Darsena. Insomma, nell’affrontare tutti questi esami – avverte Guerrieri – «tra relazioni, elaborati grafici e modelli il progetto comprende ben 304 elaborati».

La platea della cerimonia per la posa della prima pietra
Il presidente-commissario rivendica l’impegno di «tutti i tecnici della struttura commissariale, tutti appartenenti all’organico dell’Autorità di Sistema Portuale», si sono conformati ai principi del Codice dei Contratti Pubblici: il principio di risultato, quello della fiducia, quello dell’accesso al mercato rispettoso della concorrenza, dell’imparzialità e della non discriminazione, oltre a quello della buona fede nel comportamento amministrativo. A tal riguardo, spende un tris di ringraziamenti: cominciando dalla vicecommissaria Roberta Macii (il suo è «un raffinato ragionamento sistemico legale» dove «talvolta non si capisce il confine tra l’acume, la conoscenza e la creatività»), passando per Enrico Pribaz («capace di vedere il più piccolo particolare ma soprattutto il quadro generale») e Simone Gagliani («artefice della dotazione di risorse con i mutui e con gli accantonamenti»).
Il progetto maxi-Darsena – questo il filo dell’argomentare di Guerrieri – «consentirà al porto di Livorno di acquisire una nuova, vera competitività ed ampliare potenzialmente ai mercati di tutto il mondo i propri traffici, incluso l’Est Asiatico». Ben venga il fatto che ora questa infrastruttura abbia suscitato interesse di grandi soggetti come Msc con Neri e Lorenzini, da un lato, e come Grimaldi, dall’altro. Il numero uno di Palazzo Rosciano invita la comunità portuale e le istituzioni a «sforzarsi di ragionare, con spirito unitario e di sintesi, per elevare il dibattito che dovrà esserci» sotto il segno di «quell’interesse pubblico che dovrà rappresentare la stella polare di ogni valutazione». A giudizio di Guerrieri, “per la selezione del miglior progetto”, si può tener come bussola l’articolo 193 del Codice dei Contratti Pubblici (si veda il decreto legislativo 36/2023), secondo quanto affermato giorni fa dal presidente del Consiglio superiore lavori pubblici, ingegner Massimo Sessa, come novità a livello comunitario e come «contesto di trasparenza e di rispetto della concorrenza, con tempistiche scadenzate e precise».