Bando Darsena, occhi sull’articolo 193 del Codice Appalti
La vicecommissaria Macii: «Sarà un lavoro collegiale»
LIVORNO. Occhi puntati sull’articolo 193 del Codice degli Appalti: dice quali sono le modalità con cui si deve svolgere la finanza di progetto su iniziativa privata. «Sul bando di gara per la individuazione del soggetto privato chiamato a realizzare e gestire la Darsena Europa, la rotta da seguire è già stata tracciata»: parte da qui l’Authority che da Palazzo Rosciano governa i porti di Livorno e di Piombino per riprendere alcuni aspetti che già il numero uno Luciano Guerrieri, ex presidente e ora commissario, aveva già segnalato in occasione della cerimonia per la posa della prima pietra delle nuove dighe del porto.

La vicecommissaria Riberta Macii alla cerimonia per la posa della prima pietra delle nuove dighe
È stata la numero due della struttura commissariale della maxi-Darsena, Roberta Macii, a richiamarsi al principio comunitario della “buona governance”, ora anche nel libro bianco della Commissione Europea. In occasione di un convegno dedicato alla portualità e coordinato dall’istituzione portuale di scali Rosciano all’interno del cartellone della Biennale del Mare e dell’Acqua promossa dal Comune di Livorno.
A giudizio della vicecommissaria Macii l’articolo 193 distingue due aspetti importanti: «L’interesse pubblico anche preliminare – afferma il legislatore – può essere declinato anche in fase anticipatoria, ma va comunque verificata la coerenza rispetto alle determinazioni a monte dell’Istituzione». E il secondo aspetto? Fa riferimento ai fabbisogni dell’Ente: occorre che siano «qualcosa di misurabile, che dà indicazioni di performance, accogliendo le istanze della comunità portuale e degli armatori».
Macii argomenta così: quel che conta sapere – afferma – è che la Darsena Europa non è soltanto un pezzo di terra su cui realizzare un terminal ma un pacchetto completo, che «offrirà al porto e al mondo una visione di insieme». Una visione nella quale, a suo giudizio, dev’essere ricompresa «la realizzazione di una strada che dalla Fi-Pi-Li atterra direttamente sulla Piattaforma Europa, la realizzazione del “piano del ferro”, l’affidamento del progetto relativo al ponte dello Scolmatore e il Piano Organico Porto».
Ecco un altro aspetto sul quale, nel suo intervento al convegno, la vicecommissaria ha insistito: è l’elemento strategico di un progetto che «coinvolga competenze professionali, istituzioni ed operatori, nel pieno rispetto del principio della collegialità delle decisioni da assumere».

Palazzo Rosciano, sede dell’Autorità di Sistema Portuale del mar Tirreno Settentrionale
Quello della corresponsabilità è un tema che sta a cuore alla dirigente di Palazzo Rosciano: «L’Italia – queste le sue parole – pecca di un formalismo eccessivo: si preferisce, perché si ha paura, restare aderenti a degli schemi codificati anche quando sappiamo che non sono grado di rispondere alle nostre esigenze. In questi casi, tenuto conto del valore che il pubblico mette a disposizione nel mercato globale, è necessario far partecipare tutti all’assunzione delle decisioni».
Ne consegue che, secondo Macii, il bando di gara per individuare il soggetto privato non può essere allora un documento redatto negli uffici dell’Autorità Portuale all’ombra di sguardi indiscreti ma un lavoro corale: «Non realizzeremo un bando ma un documento strategico di sistema che ci accompagni al traguardo della realizzazione della Piattaforma Europa». Quel che serve – sottolinea – è un «governo multilivello che va dal governo centrale al ministero competente, alla Regione, all’Autorità di Sistema Portuale, agli armatori e alla comunità marittimo-portuale. Solo in questo modo saremo in grado di raggiungere il risultato».