Spedizioni internazionali: noi alla ricerca di 4mila addetti
A tempo indeterminato il 97% dei lavoratori del settore
MILANO. Cresce il commercio estero in Italia e cresce il numero di dipendenti del settore delle spedizioni: nell’arco del tempo ha mantenuto una tendenza costante con un incremento del 16,8% negli ultimi dieci anni fino a raggiungere un esercito di circa 60mila lavoratori attualmente attivi. Eppure c’è uno sprint in più: le posizioni aperte per figure specifiche di spedizioni e logistica internazionale «si stimano essere oltre 4mila». A segnalarlo sono le ultime analisi del Centro Studi di Fedespedi, la federazione che a livello nazionale raccoglie le imprese di spedizioni internazionali: dipende dal fatto che «il commercio estero sta assumendo un’importanza sempre più crescente per l’economia dell’Italia». Da non dimenticare – dice il report – che siamo «il settimo maggiore Paese esportatore a livello mondiale con un peso del 2,8% sull’export globale».
Il doppio flusso in entrata e in uscita dice che «il peso combinato di export e import sul Pil nazionale» negli ultimi dieci anni ha fatto un balzo, passando «dal 45,8% del 2014 al 65,2% del 2024, con un incremento medio annuo del 4,6% nel periodo considerato». In particolare, l’export totale italiano: è «cresciuto da 382,1 miliardi di euro nel 2014 a 623,5 milioni dieci anni più tardi. E questo vuol dire una cosa, afferma il dossier di Fedespedi: si genera «una crescente domanda di figure professionali nel settore della logistica e delle spedizioni, un pilastro strategico per la competitività del sistema Italia».
Tutto questo è finito al centro del dibattito dell’assemblea pubblica 2025 di Fedespedi a Milano dal titolo “Persone al centro: lavoro, innovazione e cambiamento organizzativo”. Ma l’assise è stata anche l’occasione per presentare il “Manifesto degli spedizionieri internazionali”, al quale hanno lavorato le aziende della federazione coinvolte nelle commissioni di lavori dell’Hr Development e Labour Relations Advisory Body, con il supporto di Damiano Frosi, direttore dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano e di Rossella Riccò, responsabile area studi e ricerche di Odm Consulting.
Quanto alla “fotografia occupazionale” del settore di spedizioni e logistica a livello nazionale emersa nell’assemblea, va detto che i 60mila lavoratori del settore delle spedizioni si concentrano «principalmente al nord e, in particolare, il 51% degli occupati si trova nelle regioni del Nord-Ovest (Liguria, Piemonte, Valle D’Aosta e Lombardia). Occhio anche al fattore dell’età: iI 60% dei dipendenti ha un’età compresa tra i 40 e 59 anni . Da notare l’alta stabilità occupazionale: a tempo indeterminato il contratto per 97 lavoratori su cento. Non è tutto: c’è una discreta parità di genere (il 43,7% dei dipendenti è costituito da donne, in linea con il dato nazionale di occupazione femminile e nettamente superiore alla media dell’ambito logistica/trasporti in generale). Merita una sottolineatura a sé l’evidenza della «elevata occupabilità dei diplomati Its (Istituti Tecnici Superiori)»: l’87% trova un impiego entro un anno dal diploma, e se parliamo di Its specificamente logistici il dato schizza al 93,8%.
Nello specifico, le figure professionali più richieste sul mercato del lavoro sono:
- operations officer export/import mare-aereo: si occupano della gestione completa delle spedizioni, dall’emissione di documenti (B/L, Awb) al contatto con clienti, compagnie e dogane.
- area sales: responsabili dello sviluppo del portafoglio clienti, delle offerte di spedizione, dei preventivi internazionali e della gestione dei contratti.
Da Fedespedi fanno notare che «le competenze più ricercate sono quelle linguistiche («inglese fluente e una seconda lingua come lo spagnolo, il tedesco, il francese o il cinese per mercati specifici»), digitali, tecnico-normative, oltre che “soft skills” come «l’attitudine a risolvere problemi, la capacità organizzativa, la gestione dello stress, l’orientamento al cliente, e la capacità di lavorare in team».

Alessandro Pitto, presidente di Fedespedi
Alessandro Pitto, presidente di Fedespedi: «Siamo in un momento storico in cui il commercio internazionale, che gioca un ruolo così centrale per l’economia mondiale, è soggetto a forti stress e oscillazioni continue a causa delle tensioni a livello globale. Un esempio su tutti è il recente andamento dell’import statunitense: nel primo trimestre del 2025 è cresciuto del 26% e nel mese di aprile ha registrato invece una riduzione del 20,4%». Per Pitto questo scenario sull’altalena è «sempre più complesso e difficilmente prevedibile»: una delle sfide maggiori a cui è chiamato il settore delle spedizioni e della logistica è quella di saper «attrarre talenti e valorizzare nuove competenze». Come Federazione crediamo molto nella valorizzazione dei dipendenti: «Siamo consapevoli che le persone fanno la differenza nel fornire un servizio artigianale e su misura per clienti, e quindi a rendere le aziende più resilienti e competitive».

Guglielmo Davide Tassone, vicepresidente Fedespedi con delega allo Sviluppo delle Risorse Umane
Guglielmo Davide Tassone, vicepresidente Fedespedi con delega allo Sviluppo delle Risorse Umane: «Il “Manifesto per l’attrattività” del settore che abbiamo presentato in assemblea pubblica nasce con l’obiettivo di mettere a fuoco l’identità delle imprese del nostro settore, evidenziando in particolare i valori che riteniamo fondamentali. Persone al centro, benessere, internazionalità, innovazione e sviluppo sono le parole chiave che riteniamo debbano orientare il nostro lavoro e che caratterizzano la storicità del tessuto imprenditoriale del settore: più del 30% delle aziende associate a Fedespedi ha oltre 40 anni di attività».