Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti
700 MILIONI

Dalla Marina militare una doppia commessa per Fincantieri

Due navi combattenti per sostituire quelle cedute all’Indonesia

Fulvio Palermo e Joachim Sucker

ROMA. La Marina militare italiana ha ordinato a Fincantieri due nuove unità combattenti multi-missione nel programma di rinnovamento della propria flotta: andranno a sostituire quelle cedute alla Marina indonesiana.
L’integrazione del contratto, avviato con l’ultima “legge navale”, è gestita da Occar (Organisation Conjointe de Coopération en matière d’Armement) nell’ambito del pool di imprese costituito tra Fincantieri, mandataria, e Leonardo, mandante. Per Fincantieri – viene spiegato  – il valore del contratto per le due nuove unità è di circa 700 milioni di euro, valore che include attività già realizzate per le precedenti unità successivamente cedute all’Indonesia.
I due nuovi “Ppa-Multipurpose Combat Ship”, in configurazione “Light Plus”, saranno costruiti da Fincantieri presso il cantiere integrato di Riva Trigoso e Muggiano, le consegne sono previste rispettivamente nel 2029 e nel 2030.

La firma del contratto

Ma quali sono le caratteristiche tecniche? Si tratta – viene fatto rilevare – di “una tipologia di nave altamente flessibile con capacità di assolvere a molteplici compiti che vanno dal pattugliamento con capacità di soccorso in mare, alle operazioni di Protezione Civile, nonché da nave combattente di prima linea”.
Il programma di produzione si articola su un approccio  che, secondo quanto viene sottolineato,  partendo da una piattaforma comune, consente la possibilità di acquisire capacità aggiuntive fino alla configurazione “full ”. Sono previste “differenti configurazioni di sistema di combattimento”: a partire da una “leggera”, relativa al compito di pattugliamento, integrata di capacità di autodifesa, fino ad una “completa”, equipaggiata con il massimo della capacità di difesa. Inoltre, – si afferma  – l’unità è in grado di impiegare imbarcazioni veloci tipo “Rhib” sino a una lunghezza di oltre 11 metri tramite gru laterali o una rampa di alaggio situata a poppa.
Questo l’identikit in estrema sintesi:
• 143 metri di lunghezza fuori tutto
• Velocità oltre 31 nodi
• 171 persone di equipaggio
• impianto di propulsione combinato diesel e turbina a gas e di un sistema di propulsione elettrica
• Capacità di fornire a terra acqua potabile e corrente elettrica.
Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri, commenta così: “Questo contratto conferma il valore strategico del programma ed  evidenzia la capacità del nostro gruppo di rispondere con prontezza ed efficacia alle esigenze operative della Marina Militare”. Poi rincara” “Le nuove unità rafforzano la filiera nazionale, garantendo continuità produttiva e stabilità occupazionale e contribuiscono a consolidare il ruolo dell’Italia come attore centrale nello scenario geopolitico globale della difesa”. Lo ripete indicando che la costruzione di navi è “sempre più elemento chiave di influenza e cooperazione internazionale”.

Pubblicato il
30 Giugno 2025

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio