Innovativa batteria high tech a idrogeno, alleanza fra Ges e Rina
Collaborazione per realizzare il prototipo e arrivare fino al mercato
GENOVA. Come sviluppare una innovativa batteria a idrogeno? È per dare risposta a questa domanda che è nata l’alleanza che vede protagonisti, da un lato, Rina, gruppo multinazionale di consulenza ingegneristica, ispezione e certificazione e, dall’altro, la società Green Energy Storage (Ges), azienda italiana capace di idee nuove nel settore dell’accumulo energetico “verde”, tanto quella batteria-novità l’ha messa a punto ed è in grado di presentarne a dicembre un primo prototipo.
La tecnologia Ges appartiene a una nuova generazione di batterie che sfrutta una tecnologia ibrida idrogeno/liquido basata su un elettrolita liquido a base di manganese, come viene sottolineato: la cella integra produzione e riassorbimento di idrogeno in un ciclo chiuso, senza necessità di serbatoi esterni. Le principali caratteristiche tecniche di questa batteria sono:
- la chimica “green”: materiali attivi abbondanti (manganese), non tossici, a basso impatto ambientale e riciclabili;
- la modularità e scalabilità: componente energia e componente potenza indipendenti, sistema estendibile fino a dimensioni di MegaWatt.
- un’elevata durata e per prestazioni affidabili: il ciclo di vita stimato supera i 12mila cicli, «pari a circa 15-20 anni di utilizzo», garantendo così «una significativa ottimizzazione dei costi e una riduzione del volume dei materiali impiegati rispetto alle batterie a flusso tradizionali».
A questo – viene fatto rilevare dalle due realtà – si affiancano componenti hardware e software avanzati: la produzione interna di membrane e catalizzatori consente «un controllo diretto sulla qualità e sull’efficienza del sistema, mentre l’integrazione di sensori di intelligenza artificale, algoritmi di “machine learning” e un sistema Bms (Building Management System) evoluto assicura massima sicurezza operativa, diagnostica predittiva e un’efficace integrazione con sistemi ibridi».
Il progetto fa parte degli “importanti progetti di comune interesse europeo” (Ipcei) finanziati dall’Unione europea con i fondi “NextGenerationEu” Per l’iniziativa, Ges ha ricevuto dall’Ue «un contributo complessivo di 61,5 milioni di euro, pari a circa il 98,5% dei costi di progetto».
Il senso di quest’accordo sta nell’avvio di un percorso strategico che «accompagnerà Ges nel passaggio da un prototipo a scala di laboratorio al prodotto finale, con il coinvolgimento attivo di Rina in diverse fasi». In particolare, Rina si occuperà della validazione tecnologica («assicurandosi che la soluzione risponda ai più alti standard di affidabilità e performance») e dell’ottimizzazione ingegneristica del sistema («affinché sia efficiente, scalabile e conforme alle normative vigenti»). È da aggiungere che, contando su una consolidata esperienza maturata nel supporto alle imprese per l’accesso ai mercati, Rina assisterà Ges nella definizione della strategia per arrivare a collocarsi sul mercato lungo il percorso di commercializzazione, facilitando l’ingresso della tecnologia nel settore energetico.
Matteo Mazzotta, amministratore delegato di Ges: «Questa partnership rappresenta per noi un tassello fondamentale per accelerare lo sviluppo della nostra tecnologia. Il contributo di Rina, con la sua esperienza internazionale e la profonda competenza in ambito ingegneristico e normativo, non solo rafforza la solidità tecnica del nostro progetto ma ne attesta il valore in vista di una futura industrializzazione».
Michele Budetta, amministratore delegato di Rina Consulting: «Siamo entusiasti di affiancare Ges nello sviluppo di una tecnologia così innovativa e promettente. Il nostro compito sarà accompagnare Ges nel passaggio dal laboratorio al mercato, contribuendo a rendere questa soluzione tecnologicamente robusta, conforme alle normative e pronta ad affrontare le sfide energetiche del futuro».