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PROMESSA DI RIXI

«Autorità portuali, fra pochissimi giorni le nomine dei primi tre presidenti»

L’ha detto anche il ministro Salvini venerdì a Livorno: «La prossima settimana»

Edoardo Rixi, viceministro delle infrastrutture e plenipotenziario leghista sul fronte dei porti

LIVORNO. «La prossima settimana verranno nominati i primi tre presidenti delle Autorità di Sistema Portuale che sono ancora in attesa». Parola del viceministro Edoardo Rixi, l’ha detto ai giornalisti parlando a margine della “Genoa Shipping Week”, precisando che il ministero ha scritto al presidente del Senato mettendo l’accento sul fatto che ci sono porti che hanno «superato l’anno di commissariamento e dunque è indispensabile andare avanti con le nomine».

Niente di nuovo rispetto a quel che, di fronte al taccuino della “Gazzetta Marittima”, aveva detto il ministro Matteo Salvini spiegando che il passaggio in commissione a Palazzo Madama c’è stato tutto il tempo per farlo e che, non potendo andare avanti quest’andazzo, o i parlamentari si sbrigavano a dare questo benedetto parere o le nomine le avrebbe fatte lui avocando a sé la decisione.

L’aveva già detto prima della fine di luglio

In realtà, questa sorta di ultimatum il viceministro l’aveva già annunciato prima della fine di luglio a Trieste, in occasione della presentazione di un robot high tech per la manutenzione delle infrastrutture portuali. Uno: «Siamo alla fine di questa tiritera». Due: «Non ho intenzione di andare in vacanza lasciando i porti italiani in questa situazione». Tre: «Nei prossimi dieci giorni mi auguro che il problema si risolva o in una maniera o in un’altra».

DALL’ARCHIVIO/1: qui il link all’articolo della Gazzetta Marittima in cui si racconta che il viceministro a fine luglio a Trieste annuncia che prima delle vacanze arriveranno le nomine dei presidenti

Di giorni ne sono passati non dieci né venti ma 84, le vacanze sono ormai un dolce amarcord e lo stallo finora è rimasto in piedi. Con un paradosso: proprio Rixi era stato l’abile tessitore dell’intesa che aveva evitato il Vietnam degli anni 2003-2004 nello scontro fra governo di centrodestra e regioni di centrosinistra nell’obbligatoria intesa sul nome di ciascun presidente di Autorità portuale. Si è sentita volare una  mosca su questa incredibile vicenda? No, un po’ le organizzazioni delle imprese e qualcosina i sindacati ma in modi pacati e gentili.

È del tutto ovvio che i presidenti salteranno fuori prima o poi: il ministro Salvini ha detto che i nomi sono quelli già inviati sul posto con i galloni di commissario equiparati ai presidenti sì, ma a discorsi: hanno bisogno della nomina effettiva per avere un quadriennio in cui impostare il lavoro, a cominciare dalla strutturazione degli organi dell’ente con la nomina del segretario generale e del comitato di gestione.

Le nomine nella palude e la bagarre per le regionali

A specifica domanda della “Gazzetta Marittima”, il ministro Salvini aveva risposto che non è vero che le nomine dei presidenti delle istituzioni portuali abbiano qualunque collegamento con le candidature alle elezioni regionali e con la leadership dello schieramento di centrodestra qua o là. Nessuna intenzione di mettere in dubbio queste dichiarazioni, ma è da capire ora se in realtà non creeranno fibrillazioni il disastroso risultato della Lega nel voto toscano, dove si è presentata sotto le insegne del generale Vannacci e è diventata il parente povero della coalizione (sorpassata anche da Forza Italia e perdendo per strada sei persone su sette nel proprio elettorato). Non solo: c’è da vedere l’effetto che fa l’accordo al Nord (con la guida del centrodestra in Veneto che resta in mano a un leghista in cambio del futuro via libera a un esponente meloniano per la candidatura alle elezioni regionali in Lombardia). L’unica medicina sarebbe un bell’exploit perlomeno nel voto in Veneto.

Se vogliamo esser precisini, il ministro Salvini a Livorno venerdì 10 aveva detto che lo sblocco sarebbe arrivato «la settimana prossima», cioè questa. Ora lo ripete il viceministro Rixi a Genova, ma la settimana è ancora «la prossima», cioè sembra di capire da lunedì 20 in poi. Lasciamo perdere queste puntigliosità che in politica servono a poco: vediamo se il decreto firmato dal ministro arriva domani o dopodomani oppure se ci sarà da aspettare qualche giorno in più. O qualche settimana in più: prima della fine di novembre si vota anche per dare un governo a regioni come la Puglia, la Campania e il Veneto.

DALL’ARCHIVIO/2: qui il link all’articolo della Gazzetta Marittima in cui il ministro Salvini venerdì 10 ottobre nel sopralluogo in Darsena Europa annuncia che sbloccherà l’iter delle nomine dei presidenti delle istituzioni portuali

Matteo Salvini è leader della Lega, vicepresidente del consiglio e ministro delle infrastrutture

Lo strappo del ministro ma un pezzetto per volta

A Livorno, sempre dinnanzi a una domanda della “Gazzetta Marittima”, il ministro Salvini aveva spiegato che si sarebbe andati con pacchetti di nomine seguendo un ordine cronologico, diciamo di “anzianità di attesa”. L’autorevole testata online “ShipMag” conferma le indiscrezioni relative a un procedere per blocchi: pacchetti di tre nomine per volta come strumento di pressione sulla commissione parlamentare. Uno strappo sì ma senza una “bomba atomica politica” come sarebbe sbattere sul tavolo il dossier con i decreti per tutte le nomine.

Solo che a “ShipMag” risulta che il primo pacchetto dovrebbe riguardare Francesco Mastro per l’Autorità di Sistema di Bari-Brindisi (Mare Adriatico Meridionale), Francesco Rizzo per l’Autorità di Sistema di Messina (lo Stretto) e Bruno Pisano dell’Autorità di Sistema di La Spezia-Marina di Carrara (Mar Ligure Orientale). Sempre per fare i pignoli, non è esattamente questo l’ordine di entrata sulla scena nella procedura del toto-nomine.

In ordine cronologico, forse sì o anche no

Lasciamo perdere il caso di Trieste che è una vicenda tutta a sé e quello di Genova dove l’Authority ha già il suo bravo presidente (doveva sbrigare il rompicapo della concessione Spinelli-Hapag). Quali nomi fa il ministro il 24 aprile per chiedere l’intesa al “governatore”: Francesco Benevolo per Ravenna, Francesco Mastro per Bari-Brindisi, Giovanni Gugliotti per Taranto e Davide Gariglio per Livorno-Piombino. I primi due sono nel toto-nomi in pole position per questo sprint in ritardo di sei mesi, Gugliotti e Gariglio restano nel cassetto. E Pisano per l’istituzione spezzina? Bravissimo presidente, ma compare nei fogli del ministro ufficialmente il 6 maggio.

Qualcosa del genere avviene l’11 giugno quando il ministro si stufa e inizia a fare una infornata di nomine: visto che l’iter da presidenti è impantanato, li invia con i galloni da commissario straordinario. Con il comunicato dell’11 giugno emendato a più riprese nell’arco di quasi una settimana. Anche qui, a parte Trieste e Genova, Benevolo viene inviato a Ravenna «a decorrere dal 14 giugno 2025», Gariglio a Livorno idem, Gugliotti a Taranto a partire da due giorni più tardi; il 12 giugno si aggiunge il nome di Pisano commissario per La Spezia; il 17 quello di Mastro a Bari a partire «dal 30 giugno».

Giusto per amor di puntualizzazione, ma a dirla tutta quel che conta è un’altra cosa: che la portualità possa davvero ripartire con la “squadra” di vertice al completo in ciascuna delle realtà portuali. Del resto, non ha forse detto proprio il ministro che gli esperti pronosticano una rilevante crescita dei traffici nel futuro prossimo? Trent’anni fa è stata la riforma del ’94 a dar vita a un assetto decisionale che ha fatto fare ai porti made in Italy un balzo in avanti: e ora?

Mauro Zucchelli

Pubblicato il
15 Ottobre 2025
di MAURO ZUCCHELLI

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