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DRAGAGGI

Dall’escavo di La Spezia i fanghi alla diga di Genova: ora c’è il decreto di Pisano

Dopo l’ok dell’Authority spezzina a questo punto quali sono gli altri passaggi

LA SPEZIA. C’era ancora il solleone ferragostano il giorno di mezz’estate in cui le Autorità di Sistema liguri – quella genovese e quella spezzina – hanno firmato il patto: invece che cercare l’una dove andare a buttare i sedimenti dei dragaggi e l’altra dove provare a scovare materiali di riempimento per la propria “digona”, si  erano accordati perché i fanghi dragati dai fondali spezzini venissero utilizzati per la costruzione della nuova diga foranea di Genova, come  segnalava la “Gazzetta Marittima” nell’agosto scorso. Adesso quell’intesa prende le forme di provvedimenti specifici e il presidente Bruno Pisano, al timone dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, ha indicato per decreto il come e il quando verranno conferiti «presso la nuova diga foranea di Genova i sedimenti di dragaggio del porto della Spezia».

In questa prima versione – che viene definita «suscettibile di aggiornamenti (come previsto dalla normativa di riferimento)» – stiamo parlando del «trasferimento di 282mila metri cubi provenienti dal dragaggio del terzo bacino del porto mercantile, da effettuare nel corso del 2026 con la finalità di approfondire i fondali e renderli agibili, ai fini della navigazione, alle navi portacontainer dirette all’ampliato terminal Ravano».

La Spezia, annunciando il provvedimento, richiama proprio l’accordo con Genova: lo fa tornando a insistere, com’era accaduto in estate, sul fatto che «si tratta di una intesa di portata strategica destinata a diventare un modello per la cooperazione tra enti pubblici»: al punto che ci si spinge a vedere questa scelta come l’apripista per «concrete pratiche di economia circolare nella realizzazione di grandi opere infrastrutturali riducendo lo sfruttamento delle materie prime e salvaguardando l’ambiente». Il motivo è presto detto, spiega l’Authority spezzina: «Il riuso dei sedimenti dragati non solo evita sprechi ma riduce l’impronta ecologica complessiva dell’opera, contribuendo agli obiettivi di decarbonizzazione e alla promozione dell’economia circolare».

E adesso? L’istituzione portuale spezzina segnala che a questo punto, secondo quanto prevedono le norme, il piano di conferimento («completo di tutti gli allegati, fra cui il piano di monitoraggio ambientale delle attività da svolgere sia nel porto della Spezia che presso la costruenda diga di Genova») finisce ora sulle scrivanie della Regione Liguria, dell’Asl e dell’Agenzia regionale di protezione ambientale: tocca a loro «esprimere il parere vincolante di competenza». Successivamente, l’ultimo atto: il documento sarà approvato dal commissario straordinario mediante specifico decreto che costituirà il titolo abilitativo all’esecuzione dell’intervento.

 

Pubblicato il
14 Dicembre 2025

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