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Coordinare le politiche dei trasporti

LUGANO – Un Mare di Svizzera o il Mediterraneo che sarà per la Svizzera. Proprio nel momento in cui le tensioni internazionali e i conflitti che hanno abbattuto di oltre il 50% i transiti di navi attraverso il Canale di Suez, sono stati interpretati da molti come il segnale di un inarrestabile declino, il Mediterraneo torna a essere al centro dell’attenzione dell’interscambio marittimo via mare. Non solo: l’Italia e in particolare i porti dell’alto Tirreno tornano ad attirare l’attenzione in particolare degli operatori svizzeri che seguono con crescente preoccupazione la crisi del sistema logistico, e anche produttivo, tedesco.

Sono queste le indicazioni emerse dalla prima sessione del forum internazionale “Un mare di Svizzera” giunto alla sua settima edizione venerdì scorso a Lugano. Sul fronte portuale il sistema articolato su Genova e Savona – dice la nota sul sito – ha confermato l’impegno a rispettare i tempi di realizzazione delle nuove opere, in particolare la diga in acque profonde che consentirà di accogliere le navi portacontainer dell’ultima generazione e quindi di utilizzare le banchine e i terminal non solo nella funzione di regional port al servizio del nord Ovest e dell’Europa centrale, ma anche come hub per la distribuzione di container e merci in tutto il Mediterraneo orientale (Adriatico incluso) penalizzati dalla parziale chiusura di Suez.

E proprio sulla diga, ovvero la più importante infrastruttura portuale in fase di realizzazione in Europa, è arrivato a sorpresa da Lugano, l’annuncio del viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi: la diga è in anticipo sul crono-programma e potrà essere completata a fine 2026 o inizio 2027, anziché nel 2030, come inizialmente previsto.

Il tutto nell’ottica di un coordinamento della politica dei trasporti, che è stato invocato anche dal Consigliere agli Stati, Fabio Regazzi, insistendo con forza sulla necessità di un salto di qualità nella politica dei trasporti svizzera ma specialmente nel coordinamento fra le varie scelte sul settore fra gli Stati confinanti. Non a caso sempre Rixi ha parlato di un coordinamento sempre più stretto con il ministro svizzero Rösti sulla tempistica del Terzo Valico, che rappresenta uno dei problemi sulle Alpi.

Pubblicato il
16 Ottobre 2024
Ultima modifica
17 Ottobre 2024 - ora: 12:58

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