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Dall’assemblea di Confitarma grido di dolore dello shipping

Gli interventi dopo la relazione di apertura del presidente d’Amico – Il peso delle imposte superato dalla burocrazia ossessiva e penalizzante – Il convegno dei giovani armatori

Paolo d'Amico

ROMA – Lo scenario nel quale si muove lo shipping italiano: un quadro che Paolo d’Amico, presidente di Confitarma, ha illustrato giovedì scorso all’assemblea annuale della confederazione, presente come sempre il Gotha dell’armamento e un folto stuolo di imprenditori del settore navale, di politici e di presidenti delle Autorità portuali. Per il governo, è intervenuto il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Guido Improta.

Il rappresentante del governo ha ricordato che lunedi 8 ottobre a Cipro ci sarà il primo consiglio dei ministri UE per il mare, con l’impegno di sottoscrivere la “Dichiarazione di Limassol” sul potenziale di crescita dell’economia dello shipping. Ha anche riferito che il governo italiano punta a costruire relazioni tra i porti e i corridoi della rete Ten, sta approvando misure per attirare capitali privati nelle infrastrutture pubbliche e sta cercando di concludere la riforma della 84/94.

[hidepost]Improta ha parlato anche di sburocratizzazione, di pirateria e misure per difendere le navi italiane (un tavolo di lavoro per adottare contractors) ed ha criticato la decisione della Regione Sardegna di dotarsi di una propria flotta.

Erano stati invitati lo stesso presidente del consiglio Mario Monti e il ministro delle Infrastrutture Corrado Passera, ma una contemporanea riunione a palazzo Chigi ha avuto la priorità. Peraltro, non avrebbero ascoltato interventi del tutto graditi. Anche il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che solo pochi giorni prima aveva detto che le imprese italiane “rischiano di morire per troppe tasse”, ha ribadito che l’armamento italiano è sano, ha fatto notevoli sforzi per rinnovare la flotta (che oggi è tra le più moderne del mondo) ma ha bisogno di una politica nazionale sulla logistica – e in particolare sulla logistica direttamente legata ai porti – che lo metta in grado di operare sugli scali italiani e a parità di diritti e doveri con gli armatori concorrenti.

Nell’aria aleggiavano, tra gli armatori seduti ai vari banchi della sala, anche altre amarezze: sul carico fiscale come ha detto Squinzi, ma anche sull’eccesso di burocrazia che continua a tormentare chi lavora sul mare, l’eccesso (a volte ripetitivo e inutile) dei controlli che fermano le navi, della rigidità delle norme sul lavoro. E su tutto, l’amarezza che mentre l’Italia e gli italiani sono chiamati a tirare la cinghia, spesso in termini drammatici, escono quotidianamente notizie di stampa sui troppi “satrapi” delle istituzioni centrali, regionali e locali, che spandono e spendono senza alcun ritegno le risorse pubbliche tolte ai poveracci.

Anche la notizia del prossimo ingresso in forze della Cina nel settore delle rinfuse liquide, con mega-tank che potrebbero sbilanciare il già molto competitivo mercato preoccupa: ed è un altro dei problemi da aggiungere – e qualcuno l’ha detto – alla crisi che sta attraversando il comparto delle rinfuse liquide, per il drastico calo dei consumi dei carburanti sia nell’autotrasporto che nelle famiglie.

Nella dettagliata relazione del presidente d’Amico – vedi a lato – si ritrovano puntuali tutti i problemi ma anche tutto l’orgoglio dell’armamento italiano, impegnato al massimo nella più grave crisi economica del mondo moderno. La sintesi dell’assemblea potrebbe essere, volendo stringere all’osso, una richiesta di maggiore attenzione da parte del governo verso il cluster marittimo, che ormai da anni riceve ciclicamente dichiarazioni di interesse ma assai poco di concreto, un alleggerimento della burocrazia, un intervento sulle banche, che certo non sono tenere con l’armamento.

Tanti temi che sono rimbalzati poi nel pomeriggio nell’assemblea del gruppo Giovani Armatori presieduta da Valeria Novella, con il convegno “The maritime industry today: ideas, thoughs and proposals to share our routes towards tomorrow”. Iscritti a parlare Alessandro Fusacchia, capo della segreteria tecnica del ministero dello Sviluppo Economico, Sadan Kaptanoglu, della Camera dello shipping di Turchia, Claudio Chistè presidente della londinese SPNL (Shipping Professional Network London) e Giorgia Bucchioni, vicepresidente dei giovani imprenditori di Confindustria.

Ne riparleremo, perchè il tema – e specialmente le proposte – meritano un approfondimento meno immediato.

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Pubblicato il
6 Ottobre 2012

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