«Energie rinnovabili, i nostri progetti in ostaggio della burocrazia»
Il caso Viterbo: da Gis la denuncia delle mancate risposte
MILANO. «Nel pieno della transizione ecologica e in un momento storico in cui l’Italia deve garantire autonomia e sicurezza energetica, non possiamo tacere una situazione che rischia di compromettere obiettivi nazionali strategici e investimenti di grande valore per il territorio». Parte da qui la lettera aperta di Gruppo Impianti Solari (Gis) intitolata “Impianti ostaggio della Provincia di Viterbo”.
L’indice accusatore è puntato contro la Provincia di Viterbo. Il motivo? «Sta procedendo con estrema lentezza nell’esame delle richieste per la realizzazione di nuovi impianti solari», dicono dal qquartier generale di Gis: «Le domande, presentate ormai da tempo, restano – viene sottolineato – in gran parte bloccate senza motivazioni chiare né trasparenza nei criteri di valutazione».
Eppure, secondo quanto viene fatto rilevare, non è forse vero che invece la normativa prevede che «le amministrazioni competenti si pronuncino entro termini definiti»? Da un lato, arriveranno le autorizzazioni per i progetti conformi ai requisiti; dall’altra, ci saranno «eventuali dinieghi», ma «motivandoli». Al contrario, Gis dice che «nella realtà dei fatti, numerose pratiche rimangono sospese in un limbo amministrativo, con un impatto diretto su aziende, lavoratori e cittadini». A ciò si aggiunga che «è doveroso ricordare che diverse pronunce giurisprudenziali hanno già confermato l’obbligo per le Province di concludere i procedimenti, proprio per evitare danni economici e ambientali derivanti dall’inerzia amministrativa».
Vale la pena di segnalare che Gis si presenta come una realtà nata da «un iniziale gruppo di aziende localizzate nel Lazio, divenuto poi a tutti gli effetti un organismo associativo»: il gruppo è in «una fase espansiva costante», e al momento conta «oltre dieci imprese e oltre 500 addetti».
Il gruppo Gis tiene a mettere in risalto che il territorio viterbese è un «vero cuore produttivo per quanto riguarda le rinnovabili d’Italia»: qui – si afferma – si trovano «impianti modello, tecnologicamente avanzati e pienamente conformi alla normativa vigente, che potrebbero contribuire concretamente al fabbisogno energetico nazionale e alla riduzione delle emissioni».
Cosa chiede Gis? Il futuro dell’energia pulita «non può restare ostaggio della burocrazia», viene rimarcato: si chiede che «le istituzioni competenti agiscano con tempestività, ripristinando certezza, equità e trasparenza nelle procedure autorizzative».
Il gruppo rivendica l’impegno a «monitorare e supervisionare lo sviluppo e la costruzione di impianti fotovoltaici, con l’obiettivo di garantire il rispetto delle regole in perfetta armonia tra ambiente, paesaggio, agricoltura e i grandi valori del nostro Paese». L’unione delle società private – si sostiene – è nata «anche per garantire e promuovere una corretta informazione sul settore fotovoltaico, veicolando i valori di sostenibilità ambientale e tutela del territorio che i progetti stessi incarnano». A tal riguardo, viene messo in luce un aspetto che Gis ritiene centrale: il fotovoltaico «non è solo la risposta ad una esigenza economico-produttiva del sistema italiano, ma anche una parte determinante della soluzione all’attuale emergenza ambientale».