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FABBRICHE

Il padrone di Ineos: l’industria chimica europea a un centimetro dal baratro

La Cgil preoccupata per l’impianto di Rosignano si rivolge a Giani

Jim Ratcliffe

ROSIGNANO. Jim Ratcliffe, l’uomo d’affari padrone di Ineos, colosso chimico europeo con impianti anche a Rosignano (Livorno), non è come il proprietario della fabbrica di Vincenzina cantata da Enzo Jannacci: a differenza del “padrùn” dell’operaia milanese che se ne infischia del Milan, Ratcliffe ha i suoi bei problemi anche con il “suo” Manchester Utd che ha comprato così come il Nizza in Francia e il Losanna in Svizzera. Fanno parte della sua scuderia sportiva anche un team di vela in Coppa America, una squadra di ciclismo che ha vinto il Giro d’Italia, la Mercedes in Formula Uno e via sportando. Ma il problema numero uno del numero uno dei più ricchi d’Inghilterra (oltre 20 miliardi di dollari di patrimonio) è il fatto che l’industria chimica europea – sulla quale ha fondato la sua fortuna con l’Ineos, che fattura ogni anno oltre 60 miliardi di  sterline – è all’ultimo minuto prima della catastrofe.

L’ha detto in una intervista che ha fatto scalpore e l’ha ripetuto in un video che l’azienda fa circolare su Youtube: non parla di declino più o meno lento bensì di catastrofe dell’industria chimica europea che in passato è stata la più importante al mondo.

Industria Ineos Manufacturing di Rosignano

Cosa dice l’ingegnere? Negli ultimi dieci anni la produzione chimica è crollata: meno  30% in Gran Bretagna, meno 18% in Germania, meno 12% in Francia. Di più: in un dossier che Ineos ha commissionato a Oxford Economics emerge che la metà della capacità produttiva in questo settore «chiuderà prima del 2030». Colpa di cosa? Del fatto che l’energia si paga il quadruplo rispetto agli Usa ma nel mirino finisce soprattutto la tassa sul carbonio. Cosa chiede? Via la tassa sul carbonio, un po’ di protezionismo mediante dazi, tagli alle tasse e ai prelievi “verdi” sull’energia. In ballo un milione di posti di lavoro, dice senza tanti giri di parole.

Si capisce bene perché una lunga filippica di questo tipo abbia fatto saltare sulla sedia i lavoratori anche a Rosignano, dove c’è uno stabilimento del gruppo. Non è un attacco a quello specifico stabilimento ma semmai all’intero settore e soprattutto a come la politica tratta l’industria chimica: ma ce n’è quanto basta per convincere il sindacato a mettersi sul chi va là: Gianfranco Francese (leader della Cgil labronica)  e Stefano Santini (segretario provinciale della Filctem-Cgil) hanno rivolto un appello al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani affinché «ponga all’attenzione del governo la delicata situazione del gruppo Ineos di Rosignano e dei suoi 400 dipendenti».

La Filctem-Cgil rende noti di aver «chiesto e ottenuto» per mercoledì 22 ottobre un incontro con la direzione del gruppo Ineos (di cui fa parte anche l’azienda Inovyn) dello stabilimento di Rosignano: all’incontro farà seguito un’assemblea con i lavoratori.

«Le considerazioni espresse dal management, in particolare sui costi energetici insostenibili in Europa, sulle disparità competitive rispetto ad altri mercati e sulle politiche dei dazi e delle importazioni, – affermano Francese e Santini – destano forte preoccupazione tra i lavoratori e richiedono un confronto diretto e trasparente con le rappresentanze sindacali».

Per i due dirigenti Cgil occorre comprendere «se e in quale misura tali fattori possano influire sulle prospettive produttive e occupazionali del sito di Rosignano, nonché sulle strategie industriali del gruppo nel medio periodo». Nel rispetto delle «corrette relazioni industriali e della responsabilità condivisa verso il futuro dello stabilimento», a giudizio dell’organizzazione Cgil di categoria è «indispensabile avviare un confronto tempestivo per approfondire gli impatti dei costi energetici e delle relative politiche di contenimento, le valutazioni aziendali circa eventuali effetti dei dazi e delle importazioni extraeuropee». E, soprattutto, al tirar delle somme, «le conseguenti ricadute occupazionali e industriali sul sito di Rosignano». È una sottolineatura che i due sindacalisti rivolgono anche al governo: «Sarebbe auspicabile che, invece di dedicare tempo a sfilate elettorali e propaganda politica, si impegnasse a risolvere concretamente i problemi dell’economia italiana».

Pubblicato il
21 Ottobre 2025

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