Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Ora la UE scende in campo sui porti del Nord Adriatico

Prossimo un incontro dell’intero range proposto dal coordinatore del PP6 – E a Trieste parte il “Geie” tra le ferrovie italiane e quelle slovene

Laurens Jan Brinkhorst

BRUXELLES – L’Unione Europea si sveglia e scende in campo sullo scontro in atto tra i porti dell’Alto Adriatico, alla ricerca di quel coordinamento reale tra progettualità, prospettive e specializzazione che evidentemente ha fatto cilecca ad oggi sia per l’Italia sia per il NAPA.
La proposta di cominciare con un incontro tra tutti i porti dell’Alto Adriatico parte dall’olandese Laurens Jan Brinkhorst, coordinatore del progetto prioritario europeo PP6 è stata già messa a calendario. L’invito riguarda l’intero arco del Nord Adriatico, da Ravenna a Venezia, Trieste, Monfalcone e Koper ed è stato accolto favorevolmente anche dalla regione Friuli-Venezia Giulia. Temi europei sui quali cercare un coordinamento ce ne sono, e importanti, partendo anche da iniziative in corso che sono ben lungi dalle ipotesi – da prendere con le molle – di creare altre megastrutture portuali a spese della stessa Unione Europea, per di più offshore e con evidenti ulteriori costi di rotture di carico.
[hidepost]Punto focale l’ormai prossima creazione a Trieste del “Geie”, ovvero il gruppo europeo di interesse economico tra gli enti ferroviari di Italia e Slovenia, già ratificato da tempo dalla apposita commissione intergovernativa dei due paesi. Tra i punti focali che costituiscono una delle basi sulle quali puntano i due paesi è il collegamento ferroviario ad alta capacità tra Trieste e Koper.
Intanto è stato spostato al 18 dicembre, al parlamento europeo, il voto sul prolungamento sia verso sud (punti di arrivo Trieste e Monfalcone per un ramo, Venezia e Ravenna per l’altro) sia verso Nord (Helsinki) del corridoio Baltico-Adriatico. Ci sono sul problema quasi un migliaio di emendamenti proposti al testo iniziale, sia da parte italiana che slovena. Sarà una battaglia dura e complicata, ma dalla quale dipende la vera possibilità di crescita del range portuale del Nord Adriatico.

[/hidepost]

Pubblicato il
1 Dicembre 2012

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora