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NOMINE

Anche l’Authority di Ravenna ora ha il nuovo comitato di gestione

Verso il nuovo assetto di governo dei porti mentre arriva la “riforma della riforma della riforma”

L’insediamento del nuovo comitato di gestione dell’Autorità di Sistema Portuale a Ravenna

RAVENNA. Anche l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico centro settentrionale, cioè l’istituzione portuale che ha il quartier generale a Ravenna, ce l’ha fatta a istituire il comitato di gestione: il presidente Francesco Benevolo ha firmato la delibera di nomina dei componenti  e il comitato – qualcosa di simile, detto un po’ a spanne, a una sorta di “consiglio d’amministrazione” dell’ente – ha potuto insediarsi.

Ovviamente ha facilitato le cose il fatto che per quest’Authority vi sia un solo Comune e una sola Regione a dover indicare un nome. Del comitato di gestione sono stati chiamati a far parte, oltre al presidente dell’Authority Francesco Benevolo (che lo presiede):

  • Luca Coffari (designato dalla Regione Emilia Romagna)
  • Tomaso Triossi (designato dal Comune di Ravenna).
  • Capitano di vascello (Cp) Maurizio Tattoli, in qualità di direttore marittimo dell’Emilia-Romagna e comandante della Capitaneria di Ravenna

Con la nomina dei comitati di gestione nelle varie Autorità di sistema si avvia verso la normalità, dopo mesi e mesi a bagnomaria, l’assetto di governo della portualità nei suoi vari organismi: la “Gazzetta Marittima” ha dato notizia della formazione del comitato di gestione in modo completo o parziale già a Genova, a Bari o a Livorno, solo per citare alcuni casi. Adesso si aggiunge Ravenna. Resta invece ancora da capire come ci si muoverà sul fronte della nomina del segretario generale in ciascuno degli enti: per ora c’è da dire che a Genova Paroli si è già mosso chiamando il numero due di Ancona, Tito Vespasiani.

Non è un segreto che la politica voglia metterci uno zampino, anzi forse due o quattro: è da capire come si disputerà il match, che oltretutto si intreccia con quello relativo al cammino della “riforma della riforma della riforma” dei porti: è dato per imminente il passaggio in consiglio dei ministri. Anche se, al di là della volontà di lasciare il segno da parte del governo di centrodestra così come aveva fatto lo schieramento di centrosinistra con il ministro Delrio, non è da escludere che pure in questo caso si arrivi a una “riformina”: coinciderà grossomodo con una qualche forma di allargamento ai privati, chiamati in causa come investitori  in infrastrutture al posto delle esangui casse pubbliche. È finita la “pacchia” del Pnrr, non  si può giostrare sull’espansione del debito. Con una incognita: a rigor di Costituzione, i porti sono materia concorrente in cui il governo centrale decide solo se si mette d’accordo con il livello regionale. Come regge tutto questo con la spinta alla centralizzazione delle decisioni?

Ma torniamo al caso ravennate. Ci aiuta a ricordare – lo fa l’Authority in una nota ufficiale – che il comitato di gestione svolge, in quanto «organo collegiale di indirizzo strategico», importanti funzioni «nell’ambito della pianificazione e dello sviluppo delle attività portuali e logistiche» ed è chiamato ad esprimersi relativamente ad «atti fondamentali per la gestione dell’ente», che si tratti del “piano operativo triennale” o dei bilanci, delle concessioni demaniali come pure del piano regolatore portuale.

Queste le parole del presidente Benevolo: «Con la costituzione del nuovo Comitato di gestione, l’ente compie un passo avanti fondamentale per quella piena operatività tanto importante in questo momento sia per il prosieguo delle attività legate al potenziamento infrastrutturale dello scalo, sia per il consolidamento del ruolo che il porto di Ravenna detiene quale hub logistico ed energetico nazionale, sostenibile e tecnologicamente all’avanguardia.” “Sono certo- ha concluso Benevolo – che il Comitato continuerà a lavorare nel segno della fattiva collaborazione che ha sempre contraddistinto i rapporti tra le Istituzioni e questa Autorità di Sistema Portuale, per migliorare la competitività dello scalo, per innalzare ulteriormente la sicurezza e la qualità del lavoro nell’interesse della crescita del nostro territorio e del Paese.”

Pubblicato il
16 Dicembre 2025

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