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Cosco con la “YongSheng” apre la rotta a Nord-Est

Partita da Dalian, arriverà a Rotterdam la prossima settimana con un risparmio di quasi 2 settimane di navigazione – Le prospettive e i rischi per il Mediterraneo

DALIAN – C’è tutto l’orgoglio della “grande Cina” per il suo recuperato primato sul mare, nella notizia che la portacontenitori YongSheng della compagnia di stato Cosco, partita da Dalian l’8 agosto, raggiungerà Rotterdam la prossima settimana, probabilmente mercoledì 11, dopo aver attraversato il mitico passaggio a Nord Est: prima nave commerciale al mondo a violare quello che era stato fino a poco tempo fa un mare di ghiacci perenni, al confine con il polo Nord. E non si tratta di un’impresa “spot”: ma dell’apertura di una rotta che consente alle grandi portacontainers come la YongSheng (con 10 mila teu) di accorciare il tragitto tra la Cina e il Nord Europa di almeno due settimane riducendo a 30/35 giorni di navigazione l’attuale tragitto attraverso Suez e il Mediterraneo di 45/50 giorni.
[hidepost]Con un risparmio di carburante valutato alcuni milioni di dollari, un risparmio del sempre più pesante (e rischioso) passaggio da Suez con le relative tariffe, e un notevole risparmio ambientale specie in un mare chiuso come il Mediterraneo.
L’apertura della Northen Sea Route da parte dei cinesi è insieme una speranza per lo shipping intercontinentale, uno schiaffo alle grande marinerie occidentali e alla stessa Russia, che di fatto rivendica la sovranità (peraltro contestata anche da Norvegia, Danimarca, Canada e Usa) sullo stretto. Ma non è tutt’oro quel che riluce: in un dettagliato rapporto apparso nei giorni scorsi sul foglio telematico di Decio Lucano si sottolinea che il Northen Sea Route Administration (NSRA) che fa parte del ministero dei Trasporti della Russia ha stabilito il principio che i passaggi nel “corridoio” devono essere concessi dallo stesso NSRA che li subordina all’esistenza di severe caratteristiche delle navi: robustezza, protezione ambientale, procedure di navigazione, uso di rimorchiatori e rompighiaccio autorizzati, pilotaggio, eccetera. Il tutto riferito alle normative del registro navale russo, il loro RINa, che ad oggi ha concesso – scrive Decio Lucano – solo 700 autorizzazioni per il 2013 contro richieste quattro volte maggiori. E per il 2014 ci si aspetta una crescita esponenziale, perché una volta aperta la rotta dalle grandi full-container cinesi, è probabile che saranno anche le altre compagnie concorrenti a voler approfittare della nuova opportunità. E il Mediterraneo rischia davvero di essere ulteriormente “marginalizzato”, con l’Italia che è al solito il ventre molle dell’Europa del sud per la sua inconsistente politica portuale.
Perché la Northen Sea Route diventi davvero l’alternativa a Suez occorreranno ancora alcuni anni (o forse solo mesi) considerando anche che nei periodi invernali sarà chiusa (come del resto le rotte sui grandi laghi canadesi). Ma è indubbio che il problema esiste: e che ignorarlo da parte dell’Italia e dell’intero Mediterraneo rappresenterebbe la replica della famosa strategia dello struzzo. La testa sotto la sabbia o in questo caso sotto il ghiaccio. Vogliamo pensarci?

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Pubblicato il
7 Settembre 2013
Ultima modifica
9 Settembre 2013 - ora: 16:18

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