Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Assoporti in assemblea ma i porti scioperano

Ventiquattr’ore di blocco proclamato per l’8 novembre – Il problema dello “status” del personale delle Authorities – L’autofinanziamento e le proposte

Pasqualino Monti

ROMA – Da una parte gli scali marittimi italiani cercano una soluzione all’autofinanziamento, con la proposta – che il presidente di Assoporti Pasqualino Monti ribadirà nell’assemblea di martedì 29 ottobre – di arrivare a una “autodeterminazione finanziaria”. Dall’altra i sindacati compatti annunciano uno sciopero di 24 ore che bloccherà tutti gli scali italiani venerdì 8 novembre. Infine c’è anche la UE che sta elaborando – faticosamente e con tempi biblici, come sempre – una nuova direttiva che dovrebbe rendere più coordinata la politica portuale europea.
A preoccupare di più, almeno in tempi brevi, è lo sciopero. E’ stato preannunciato da tutte le sigle sindacali di comparto: Fil-Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti: tema dello scontro, il contratto collettivo nazionale di lavoro del personale delle Autorità portuali scaduto da quasi un anno e non ancora sulla via della ricontrattazione. Ma c’è di più: ovvero la mancata soluzione dello “status” dei dipendenti delle Autorità portuali, che da un lato sono considerati assoggettati alle normative dei dipendenti pubblici (e quindi hanno di fatto stipendi bloccati) e dall’altro sono a servizio di un organismo privato, sia pure con funzioni pubbliche.
[hidepost]Da capire che cosa causerà, sull’operatività dei porti, lo sciopero dell’8 novembre perché in teoria le Autorità portuali non hanno compiti diretti nella gestione degli scali: ma ne hanno di indiretti e di notevole portata. Al di la di tutto, uno sciopero nei porti non è un buon segnale per un comparto che cerca disperatamente di fronteggiare la più pesante crisi degli ultimi cinquant’anni: ed è anche la conferma che in vent’anni di legge 84/94 nessun governo è riuscito a mettere ordine su una vicenda che alla fine poteva aggiustarsi solo con una settimana di lavoro. Ammesso che il parlamento volesse occuparsene, invece di essere in tutt’altre faccende affaccendato.

[/hidepost]

Pubblicato il
23 Ottobre 2013

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora