Visita il sito web
Tempo per la lettura: < 1 minuto

Le divisioni corazzate della portualità

LIVORNO – Visto alla periferia dell’“impero dei porti” italiano (e ci sia passata l’ironia) il documento di Assoporti è pieno di buone intenzioni, ottimi suggerimenti e anche di sincera volontà di dare una mano al governo. Ma assomiglia purtroppo alle grida manzoniane di letteraria memoria: ovvero, la buona volontà e le buone intenzioni non sono supportate dalla forza sufficiente a farle accettare.
[hidepost]Ricorda la famosa battuta di Stalin a chi gli diceva, durante la guerra, di non forzare la mano contro i cattolici perché la Chiesa gli avrebbe creato dei guai. “Quante divisioni corazzate ha la Chiesa?” rispondeva lui con cinismo. Tradotto: quante divisioni corazzate ha oggi Assoporti per farsi ascoltare? Farsi ascoltare da un governo che già annaspa, purtroppo, tra richieste di dimissioni coatte, con lo stesso ministro Lupi impallinato per la vicenda di Olbia (una vicenda che rasenta l’assurdo, dopo il brutto precedente di Cagliari) e con tutta l’attenzione del paese focalizzata su ben altri problemi che lo sviluppo del sistema logistico portuale…
Sia chiaro: Assoporti ha il dovere di provarci: divisioni corazzate o fucili di latta con il tappo di sughero (dubbio: esistono sempre per i bambini d’oggi?) deve pressare alle costole il governo perché non dimentichi quello che nessuno deve dimenticare: che la porta dell’economia nazionale è costituita dai suoi porti, e che sul Mediterraneo gli altri paesi portuali non stanno certo ad aspettarci. Uno dei punti del documento che presentiamo in queste pagine riporta alla ribalta la vecchia, rinnovata richiesta – diventata ormai di drammatica urgenza – di una programmazione nazionale dei porti che ne indichi anche priorità e specializzazioni. Assoporti ha fatto bene a bussare con forza alla porta del governo con questa richiesta. Il problema è che dall’altra parte della porta sembra esserci il vuoto.
Salvo prova in contrario.
Antonio Fulvi

[/hidepost]

Pubblicato il
8 Marzo 2014
Ultima modifica
11 Marzo 2014 - ora: 19:05

Potrebbe interessarti

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio