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La sicurezza umana con “Logis”

L’innovativo progetto sul bando della Regione Toscana per rilevare le persone a rischio dei mezzi che operano nei piazzali – La messa a punto di un complesso algoritmo di identificazione e la prossima presentazione a Livorno

Raffaele Brasile

LIVORNO – La sicurezza sul posto di lavoro, specie dove per necessità operative si muovono nello stesso ambiente uomini e macchine: un obiettivo che da sempre viene perseguito e da sempre ha denunciato – purtroppo con ripetute vittime – pesanti limiti. Tanto che a più riprese sono stati portati avanti iniziative, proposte e anche bandi per raggiungere livelli di sicurezza ottimali.
E’ il caso del progetto “Logis” di cui al bando della Regione Toscana nel quadro del programma operativo cofinanziato dal FERS (2007-2013) al quale ha dato risposta con un articolato e innovativo progetto il raggruppamento di imprese toscane PTS di Livorno, Pi.tom di Navacchio e Puccioni Vasco di Pontedera, con il determinante supporto tecnico-logistico della Global Service di Guasticce, la società di Raffaele Brasile che si è posta ormai come importante realtà nel campo dell’assistenza e della trasformazione degli impianti di sollevamento e movimentazione merci sulle banchine, oltre che nella tecnologia del dual-fuel sui motori da lavoro.
[hidepost]A Raffaele Brasile abbiamo chiesto di illustrarci gli elementi base del sistema di rilevazione delle persone elaborato dal gruppo di aziende citate per il progetto “Logis”.

Il “bersaglio” inquadrato dall’algoritmo di scoperta.

Qual è l’elemento determinante del progetto?
“Siamo partiti dalla constatazione che gli attuali sistemi di allarme, posizionati sui mezzi mobili di banchina che operano dove ci sono anche lavoratori impegnati, sono del tutto inadeguati perché basati solo su allarmi sonori o visivi della macchina che non sempre sono avvertiti. Altri sistemi non distinguono un ostacolo inanimato – un palo, una cassa, un bidone – da una persona. Noi invece abbiamo puntato a rilevare la presenza umana, elaborando un sistema che non si limita a dare l’allarme ma a distanza decrescente arriva anche a frenare automaticamente la macchina, rallentandone il movimento se non interviene il guidatore”.
Sembra fantascienza, anche se si sa che oggi la tecnologia corre. Come funziona?
“E’ stato messo a punto un algoritmo per il processo di visione che si basa su una frequenza di tre fasi. Il computer che è il cervello dell’intero sistema rileva inizialmente la forma umana, che è scansionata al fine di rilevare tutto il corpo nelle sue componenti, parti inferiori (gambe e tronco) e superiori. I dati così ottenuti vengono sottoposti a verifiche separate, poi i risultati combinati per selezionare gli elementi più significativi ai fini dell’identificazione del movimento e della posizione. Un filtro di tracciamento interviene subito dopo – si tratta di frazioni di secondi – per ridurre il numero dei valori anomali e identificare il bersaglio-pedone anche se nel frattempo è coperto parzialmente o totalmente da un ostacolo. A questo punto il sistema è in grado di vedere se il pedone è potenzialmente a rischio e in base alla vicinanza alla macchina avverte il guidatore e in caso estremo interviene sull’acceleratore rallentandola”.
Facile e a dirsi, ovviamente molto complesso sul piano pratico. Avrete già fatto delle prove…
“Ci abbiamo lavorato a lungo e siamo pronti alla presentazione pratica, proprio perché riteniamo il sistema maturo ed efficiente. I nostri partner sono tutti specialisti nel loro campo e ci siamo avvalsi anche del contributo tecnico-scientifico della scuola superiore di Sant’Anna con il suo BTR (Better than Real Simulator) e della società VR Media. Abbiamo analizzato, testato, adottato o scartato alcune delle tecnologie più avanzate nel campo dei rilevatori di movimento e stiamo lavorando anche sull’interfaccia con il sistema Gps per allargare il campo di sicurezza dove sarà possibile avvalersi di speciali telecamere fisse istallate in punti salienti dei piazzali e delle aree di lavoro. La presentazione del sistema, che stiamo per proporre ai responsabili sicurezza dei terminal e delle diverse strutture logistiche potrà dare risposte ben più esaurienti di questa nostra pur utile chiacchierata”.
A.F.

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Pubblicato il
26 Settembre 2015

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