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Porto 2000 “bacchettata” dell’ANAC

LIVORNO – Forse qualcuno potrebbe evocare la maledizione di Tutankhamon. E comunque la vicenda della Porto 2000, la società delle crociere dell’Autorità portuale e della Camera di Commercio che da anni aspetta d’essere privatizzata, continua a partorire problemi. Per l’Authority, ma anche per chi se ne occupa.
[hidepost]L’ultima tegola viene dall’ANAC, ovvero dall’Autorità Nazionale Anticorruzione: che, rispondendo a un’istanza del Comune di Livorno, ha “infilzato” Massimo Provinciali, segretario generale dell’Authority livornese, ma anche amministratore delegato della Porto 2000, bollandolo di palese incompatibilità tra i due incarichi. Brutta botta, proprio perché viene dall’Anticorruzione: di cui tra l’altro Provinciali è responsabile per l’Authority labronica.
In due pagine di delibera, l’ANAC ha imposto a Provinciali di scegliere tra le due cariche incompatibili non oltre il 15 ottobre. Ma la minaccia implicita è sui possibili “danni collaterali” per lo stesso Provinciali, ovvero sulla “verifica dell’esistenza di dichiarazioni di cui all’art. 20 del digs 39/2013, ovvero all’accertamento della mendacità della stessa, ai fini dell’applicazione delle sanzioni previste”.
Provinciali, a quanto risulta, non s’è preso la bacchettata a capo chino. Anzi, ha risposto che ogni atto relativo alla sua carica è stato verificato ed approvato dal MIT, ovvero dal ministero di riferimento che deve vigilare. Intanto da lunedì 10 si dimette. Ma indipendentemente da come andrà a finire la faccenda – se con sanzioni, se a tarallucci e vino – oggi non siamo certo nella condizione migliore perché la gara sulla privatizzazione della Porto 2000 possa andare avanti. Come noto, i termini per le dichiarazioni formali di interesse sono stati prorogati (per l’ennesima volta) all’11 ottobre, tra un paio di giorni. Ma nel frattempo di tegole ne sono arrivate più d’una: c’è stata la durissima accusa da parte di una delle società del gruppo Onorato, che si è anch’essa rivolta all’ANAC: e c’è stata l’implosione della cordata guidata dalla veneziana VTP, che si è autoesclusa mettendo di fatto fuori gara anche i livornesi della Cilp. Quanto basterebbe, secondo molti, per sospendere definitivamente questa sfortunata gara e lasciare il cerino acceso in mano a chi arriverà alla guida della Autorità di sistema portuale Livorno-Piombino. Quando arriverà: o se, come tanti sperano, mentre andiamo in macchina non sarà già arrivato.

* * *

L’Autorità portuale di Livorno sulla vicenda ha diramato la seguente nota.” Al termine di un’istruttoria avviata ben più di un anno fa su iniziativa del Sindaco di Livorno, l’ANAC ha adottato una deliberazione con cui ritiene incompatibile il ruolo di presidente della Porto di Livorno 2000 con la carica di segretario generale dell’Autorità portuale di Livorno.
“Pur rendendoci conto che, in linea teorica, le due cariche hanno dei punti problematici, abbiamo cercato di spiegare ad ANAC che si tratta di un incarico:
– temporaneo (fino a fine gara);
– straordinario (finalizzato a “sterilizzare” la gestione con cariche istituzionali; nel CDA è presente anche il segretario generale dell’altro socio, Camera di commercio);
– gratuito;
– attribuito alla luce del sole ed in totale trasparenza, avendo coinvolto Comitato portuale, Collegio dei revisori e Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
– avente come scadenza la prima assemblea dei soci successiva alla cessione delle quote pubbliche.
“In sostanza invitavamo ANAC a non applicare i princìpi del d.lgs 8 aprile 2013, n.39, in maniera pedissequa e automatica, ma tenendo conto della situazione concreta. Situazione concreta che non ha comportato alcuna conseguenza illecita (non ci sono state nomine, assunzioni consulenze, spese pazze, ecc.), ma che, viceversa, con il concorso di tutto il personale della Porto di Livorno 2000 ed il sostegno della camera di Commercio e della Regione, ha riportato nel porto di Livorno numeri importanti quanto a passeggeri e a navi, nonché l’arrivo o il ritorno di primarie compagnie di navigazione, a partire dalla MSC e Royal Caribbean o Grimaldi, per non parlare dell’attenzione di operatori di livello mondiale sulla gara per la cessione di parte delle quote pubbliche della Società.
“I numeri dicono cose molto più solide degli onanismi verbali su Facebook.
“Purtroppo non siamo riusciti a convincere l’Autorità.
“L’Autorità portuale, pur dando corso alla diffida, impugnerà la determinazione dell’ANAC non tanto per difendere una posizione individuale, destinata comunque a lasciare il passo alla fine della gara in corso, quanto per stabilire il principio che applicare le norme come se fossero formule matematiche porta a disconoscere la sostanza dello Stato di diritto in cui non si può mai perdere di vista la fattispecie concreta. Del resto, come in ultima istanza dicevano i Classici, “Summum ius, summa iniuria”.
“All’impugnazione verosimilmente si uniranno altre Autorità portuali in cui sussistono situazioni analoghe, tranquillamente gestite e vigilate perché evidentemente situate in territori in cui c’è maggior sensibilità verso il bene comune”.
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
8 Ottobre 2016

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