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Piombino ha le “vasche”

Nella foto: Le grandi vasche di raccolta delle acque prima della loro totale copertura.

PIOMBINO – Piove, governo ladro. Ma in questo caso può anche piovere perché il vecchio detto carognesco non dovrebbe portare conseguenze reali: proprio da qualche giorno infatti sull’area portuale di Piombino sono stati terminati i lavori di allargamento e ingrandimento delle due “vasche” chieste dall’Arpat alla PIM per la raccolta delle acque meteorologiche e di lavorazione a servizio del sito. È l’ultimo dei tanti obblighi che PIM (Piombino Industrie Marittime) ha dovuto esaudire in tre anni per essere completamente in regola ai fini dell’autorizzazione a svolgere le attività per cui il gruppo è nato: demolizioni e refitting navali, manutenzioni ed interventi di settore. Adesso manca solo la concessione finale da parte dell’AdSP e finalmente il porto di Piombino sarà il primo nel Mediterraneo ad essere autorizzato alle demolizioni “green” sulla base delle leggi della UE.

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PIM c’è arrivata con un lungo calvario, evidente a tutti coloro che hanno seguito la sua storia anche se sia i vertici della società, sia i dirigenti locali glissano; e semmai ribadiscono la piena collaborazione di tutti i tecnici, da quelli regionali a quelli comunali e dell’AdSP, impegnati nella vicenda. La società, di cui fanno parte il cantiere San Giorgio del porto e il gruppo livornese Neri, ha dovuto provvedere anche a dotarsi di energia elettrica, con un cavo che attraversa – per gentile concessione in un clima di grande e fattiva collaborazione locale – le aree della ex Lucchini; ed ha completato la ponderosa serie di documentazioni richiesta dalla pletora di enti e istituzioni che hanno competenze (spesso sovrapposte, se non antagoniste) in merito.

Da sottolineare che stanno partendo finalmente, in regime ancora di concessione temporanea, i primi lavori: la trasformazione di quattro dei giganteschi “sponsons” che raddrizzarono il relitto della Costa Concordia, in un molo per un’azienda portuale di La Spezia. Anche in questo caso sono state necessarie svariate autorizzazioni, completate di recente con l’ok dell’apposita conferenza dei servizi. Avanti adagio: ma forse se Palazzo Rosciano accelererà sulla concessione, sarà fatto un grande passo avanti. Compresi i nuovi posti di lavoro.

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Proprio sul piano dei posti di lavoro, una prima squadra di operai di PIM è impegnata a Genova, nel cantiere del socio (San Giorgio del porto) per fare un approfondito training sui lavori di demolizioni e refitting navali. A regime il personale di PIM dovrebbe arrivare a 120/130 unità: una boccata d’ossigeno importante per l’asfittica economia locale. Nella speranza, ripetiamo, che la concessione definitiva da parte dell’AdSP arrivi presto, senza ulteriori ritardi.

A.F.

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Pubblicato il
20 Novembre 2019

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