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Assurdi ritardi su infrastrutture

LA SPEZIA – Confindustria La Spezia in relazione a quanto apparso su alcuni mezzi d’informazione ritiene doveroso esprimere la propria posizione.

“Il maltempo di questi primi giorni di autunno – inizia così la nota ufficiale dell’associazione – ha riportato alla ribalta della cronaca e del dibattito politico le storiche carenze infrastrutturali della nostra provincia, recentemente aggravate con il crollo del ponte di Albiano Magra. È corretto tuttavia affermare che le oggettive difficoltà di mobilità del territorio non risiedano esclusivamente in questi fattori.

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“Riconosciamo alla Regione Liguria di aver affrontato la criticità relativa alla strada della Ripa, mentre ad oggi, sembra mancare la stessa determinazione nel trovare soluzioni al crollo del ponte di Albiano Magra da parte della Regione Toscana. Rileviamo che a sei mesi dal crollo non si intravedono ancora soluzioni concrete ed il trascorrere del tempo senza decisioni in merito aggrava ulteriormente la situazione economica e sociale dei territori liguri e toscani interessati.

Contesto estremamente più grave è invece l’immobilismo nella realizzazione della Variante Aurelia: su questa opera, ricordiamo interamente finanziata, sta delineandosi una situazione paradossale. Riassumiamo brevemente i fatti. L’inaugurazione del cantiere risale al 26 marzo 2012. Dopo il fallimento della prima azienda esecutrice, Anas provvede all’assegnazione dei lavori alla Toto Spa la quale, il 13 giugno 2018, chiede al Tribunale di Roma la risoluzione del contratto per grave inadempimento da parte di Anas. All’inizio del 2019 Anas, al fine di accelerare l’esecuzione dell’opera, decide di suddividere l’opera in tre lotti e procede alla pubblicazione della gara per l’affidamento del primo.

A marzo 2019 i vertici di Anas forniscono ampie rassicurazioni che la ripresa dei lavori sarebbe avvenuta al massimo entro lo stesso mese del 2020.

Lascia sinceramente senza commenti il fatto che siano trascorsi ben 17 mesi dalla presentazione delle offerte e Anas non è ancora riuscita a individuare l’impresa che dovrà eseguire le opere, pur non essendo intervenuti fatti esterni o imprevedibili.

Siamo al mese di ottobre 2020 e, dalle notizie in nostro possesso, siamo ben lontani dalla definizione.

Se vogliamo crescere fino ad essere realmente un Paese moderno con standard europei – continua la nota – anche in previsione degli investimenti conseguenti al Recovery Fund, dobbiamo cambiare sostanzialmente mentalità. Da coloro che svolgono ruoli di pubblico interesse dobbiamo pretendere assunzione di responsabilità, risposte concrete e soluzioni nei tempi previsti e possibilmente rapidi.

Siamo altresì convinti che sia essenziale avere una corretta visione del futuro e che, come espresso chiaramente dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi durante il suo intervento in Assemblea, “ci voglia coraggio” nel fare scelte appropriate che incideranno sul futuro delle nostre aziende e del nostro Paese.

Riteniamo che il nostro tessuto economico e sociale non possa più tacere l’assurdità della situazione.

Chiediamo una presa di posizione netta di tutte le Amministrazioni locali e delle forze politiche finalizzata a chiedere l’intervento del Ministero delle Infrastrutture nei confronti di Anas allo scopo di obbligare la società a fornire concrete soluzioni alle legittime aspettative del territorio.

Ci rifiutiamo di credere che “non vi è nulla di così assurdo che l’abitudine non renda accettabile”.

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Pubblicato il
14 Ottobre 2020

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