Esplode lo scontro Venezia-Trieste e Assoporti scricchiola ad Ancona
Polemiche dichiarazioni contro l’associazione di Nerli da parte dell’avvocato Canepa – Altri porti pronti a lasciare il “sindacato”? – La minaccia di Unicredit: guardare verso Koper

Luciano Canepa
TRIESTE – Come nella vecchia storia della diga dell’Olanda: prima un piccolo foro, ma se non ci fosse stato il bambino che ci ha tenuto dentro un dito, il foro si sarebbe allargato e la diga avrebbe ceduto. E’ questa la situazione di Assoporti, dopo che il neo-presidente della Port Authority triestina ha aperto il foro sulla diga e nessuno – tantomeno il presidente Francesco Nerli – è in grado di infilarci il dito?
L’impressione è che la diga cominci a tremare. E la prima conferma arriva da Ancona dove il presidente della locale Port Authority, il livornese avvocato Luciano Canepa, in un’intervista alla stampa annuncia che da Assoporti “potrebbe uscire anche Ancona”. Canepa, che è amico del ministro Matteoli, fa parte della componente dei porti presieduti dal centrodestra, ma è anche un avvocato di grido che pesa non solo le parole ma anche le virgole, uscendo allo scoperto in questo modo sembra annunciare che la diga comincia a cedere.
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Dopo aver annunciato che in queste ore si consulterà con il segretario generale della sua Authority Tito Vespasiani, il presidente Canepa snocciola il suo cahier des doleances su Assoporti. “I rapporti dell’Associazione con il ministero non sono particolarmente utili per noi e forse altri – ha detto Canepa – perché sui problemi più urgenti che dovrebbero essere tutelati dall’Associazione non è stato mosso un dito”. Da quello che risulta, ci sono stati già numerosi contatti tra i presidenti che mordono il freno in un’Assoporti che non sentono più la loro, sia per la militanza politica del presidente Nerli che per quella del segretario generale Ferrandino. Sembra di capire tuttavia che prima di far franare la diga, con una uscita di alcuni tra i porti più significativi da Assoporti così come ha irruentemente già fatto Marina Monassi con Trieste, si aspetti un “segnale politico”.
E un segnale politico si attende anche sull’altra “grana” che è maturata in Adriatico, la contrapposizione tra il grande progetto di Unicredit per la piattaforma logistica di Monfalcone e quello altrettanto impegnativo del terminal offshore di Marghera. Assoporti si è schierata, sia pure con alcuni distinguo, contro l’iniziativa di Trieste che invece è appoggiata in pieno dall’Authority locale e trova ampie rispondenze fino ad Ancona (dove lo stesso Canepa ha spezzato tutte le sue lance in favore). Ma la Regione con Luca Zaia sembra voler privilegiare il progetto veneziano – contro il ministro Frattini che appoggia invece la soluzione triestina – tanto che Unicredit ha minacciato di buttar tutto all’aria e semmai orientarsi su Koper; che ovviamente spalanca le porte e si frega le mani. Insomma: non bastassero i concorrenti stranieri, che già ci bastonano, adesso ci sono anche le “baruffe chioggiotte”. Con il governo centrale che contribuisce a non dare chiarimenti su strategie che dovrebbero necessariamente essere nazionali.
A.F.
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