L’affondo di Toscana di Navigazione
LIVORNO – Che fosse già in partenza una bella gatta da pelare l’avevamo immaginato subito. Adesso poi, alla vigilia della definitiva (si spera) decisione della commissione regionale, i due gruppi in competizione stanno sparandosi a palle incatenate.
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Ha cominciato Moby, accusando Toscana di Navigazione di aver messo sul proprio sito un documento in cui entra nei dettagli della gara, dei punteggi e delle proprie ragioni, e ribadendo la propria richiesta di escludere il concorrente per “irregolarità sul bando”. Risposta pressoché immediata dal gruppo che fa capo a Lauro: una conferenza stampa dell’avvocato Andrea Morini, advisor di Toscana di Navigazione – affiancato da Guido Fanfani dell’omonimo, storico gruppo dello shipping labronico – che fa il punto sulla consistenza societaria del gruppo stesso – proprio in questi giorni il capitale sociale è stato aumentato da 100 mila a 5 milioni di euro – sui suoi programmi, e specialmente sul fatto che Toremar dovrebbe essere – in caso di loro vittoria – solo un elemento di un grande network di servizi turistici e trasportistici tutti basati sul territorio, ma collegati ad altri network nazionali già operativi per conto delle varie compagnie del gruppo di Salvatore Lauro. Piccolo dettaglio: per non creare altri motivi di tensione, Morini e Fanfani non hanno voluto parlare della gara: e anche il documento contestato da Moby è subito sparito dal sito.
Vediamolo, velocemente, questo gruppo: Toscana di Navigazione (bandiera presentata alla Bit, con un’ancora centrale e la fascia elbana con le tre api napoleoniche) ha il 70% del capitale in mano a Salvatore Lauro e alle sue società e il 30% alle locali. Del 70% di Lauro, Lauro It ha il 20%, Delcomar e Isolemar hanno il 15% a testa, Imca del lucchese Mario Sorrentino ha il 10%, Elettrovit un altro 10%, Fanfani Goup il 9%, Ciano Trading anch’esso il 9%, Massimo Piacentini (Elba, Mdv edilizia) e Tiziano Nocentini (Elba, Conad) ciascuno il 5%.
Fin qui le società. L’obiettivo è appunto inserire Toremar in un brand che porti a una crescita economica e turistica del territorio, partendo dall’Elba ma non solo, con la Toremar (che manterrà il suo nome) come braccio operativo sul mare, in diretto collegamento con ferrovie e trasporti terrestri – per i quali ricercare joint ventures con la stessa Trenitalia e la Regione – e con gli aerei già a fianco di Lauro (piccolo idrovolanti da 8/12 posti in grado di operare anche in rade senza bisogno quindi di strutture aeroportuali).
Per le navi, il gruppo offre tre navi “fresche” (usate ma di pochi anni) fin da quest’anno sul Giglio, su Cavo e su Portoferraio, con una nuova costruzione nel 2013 e con una nave veloce usata (probabilmente uno dei recenti “cat” tasmaniani che Lauro usa in Campania) nel 2014 sulla Capraia, per ridurre anche a solo un’ora e mezza il collegamento (oggi ne occorrono circa tre). Nel 2016 attiverà anche una nave nuova sulla Piombino-Portoferraio. Il tutto, hanno sottolineato Morini e Fanfani, anche con l’obiettivo di fornire unità navali più moderne, più comode e specialmente meno inquinanti delle attuali, grazie ai motori di ultima generazione. Un bel quadro, in sostanza. Vedremo domani stesso quanto avrà convinto la commissione regionale giudicatrice.
A.F.
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