Mariani (Bari): dichiarazioni falsate
Dal presidente della Port Authority di Bari riceviamo.
BARI – Gentile direttore, a seguito degli articoli pubblicati su “Gazzetta del Mezzogiorno” pag. V del 26 aprile 2012, preciso che, l’Autorità portuale di Bari non ha emesso alcuna nota ufficiale in occasione dell’approvazione del rendiconto generale 2011 e pertanto smentisce, in quanto inesistenti e false, le affermazioni virgolettate e quindi a me direttamente attribuibili, secondo le quali, dopo il fallimento della BPM, sarebbe la stessa Autorità portuale a trovarsi in stato pre-fallimentare.
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Questo falso riferimento ad una nota ufficiale inesistente rappresenta un atto gravissimo, anche dal punto di vista della deontologia professionale ed in relazione al quale l’Autorità portuale si riserva di procedere nelle sedi giudiziarie competenti.
“Purtroppo ci troviamo di fronte ad un copione già visto e rivisto, secondo il quale, ad articoli di stampa di tono scandalistico nei quali vengono manipolate notizie o spezzoni di notizie, seguono poi iniziative parlamentari. Tale strategia è volta a creare lo spunto per iniziative di carattere disciplinare o ispettivo da parte del Ministero Vigilante. L’illegittimità dell’operazione BPM è ormai stata sancita con sentenze della Giustizia Amministrativa passate in giudicato, la Procura distrettuale della Corte dei Conti ha emesso degli inviti a dedurre nei confronti di persone a vario titolo coinvolte nella vicenda per un danno erariale superiore ai 10 milioni di euro. Ci troviamo dunque di fronte ad un atto illegittimo che ha creato seri danni all’interesse pubblico. L’operazione che oggi si tenta è quella di rigirare la frittata facendo ricadere colpe e responsabilità su coloro che hanno invece scoperchiato quella pentola, invero, alquanto maleodorante. Un’operazione che si commenta da sola. Il fallimento BPM è stato dichiarato il 28 marzo scorso e quindi appare quanto meno molto azzardato preconizzare con tutta la certezza contabile sfoderata dall’articolista, quali saranno gli effetti futuri sul bilancio dell’Autorità portuale. Voglio quindi tranquillizzare gli avvoltoi e gli interessati profeti di sciagure, non c’è all’orizzonte alcuno sconquasso finanziario per l’Autorità portuale. Il fallimento BPM, peraltro, si sarebbe potuto evitare se la dirigenza della società, anziché gettarsi in un contenzioso costosissimo e temerario, nei confronti dell’Autorità portuale, avesse presentato situazioni contabili plausibili ed evitato azioni sconsiderate quali ad esempio l’esclusione dell’Autorità dalla società senza però restituire la quota di capitale e tante altre che non c’è spazio di raccontare. Ma questa ormai è una storia passata. Il Bilancio dell’Autorità portuale registra il pieno equilibrio tra entrate ed uscite correnti e si trova oggi ad avere limiti ristretti per quanto attiene gli investimenti infrastrutturali. I famosi 86 milioni di euro sono stati revocati dal Ministero in base ad una norma quanto meno discriminatoria nei confronti dei porti che, come Bari e pochissimi altri, non sono “siti di bonifica nazionale”. Voglio ricordare come, sessantaquattro di questi, fossero appostati su un’opera irrealizzabile e che, la rimodulazione richiesta, sia stata negata perché, nel frattempo, le regole che presiedevano la gestione dei fondi in questione sono state cambiate non consentendo all’Autorità portuale di avere i tempi sufficienti per il completamento del richiesto iter progettuale ed autorizzativo. Anche in questo caso perché scrivere la bugia che la “rimodulazione“ non era stata richiesta? Oggi comunque quel procedimento è stato completato e quindi sono fiducioso che le opere, veramente utili e necessarie per lo sviluppo dei porti di Bari, Monopoli e Barletta saranno finanziate. Vado avanti quindi con forza e serenità sicuro che tutti coloro che veramente hanno interesse alla crescita ed allo sviluppo del porto vedano in questa amministrazione un vero punto di riferimento. Lascio ai mestatori ed alle loro meschine lotte di potere il crogiolarsi nei loro rancori, nella loro voglia di vendetta, nella loro incapacità profonda di comprendere il porto e le sue necessità”.
Francesco Mariani
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