Sulla riforma dei servizi tecnico-nautici le Autorità portuali chiedono più poteri
Assoporti si richiama all’accordo del 2007 e prende atto con soddisfazione del testo di riforma all’esame del Senato – Il problema delle variazioni tariffarie – Confitarma e le altre associazioni parlano di “perplessità fugate” e di concordare su un fondo alla Cassa DP

Pasqualino Monti
ROMA – Le Autorità Portuali italiane reclamano maggiore potere nel disciplinamento dei servizi tecnico-nautici. In una nota l’Associazione dei Porti Italiani Assoporti, spiega che, «tenuto conto che il testo dell’accordo interassociativo sottoscritto nel 2007 tra le rappresentanze di cui all’articolo 14, comma 1-bis della legge 28.1.1994, n.84 (che definisce le competenze dell’Autorità Marittima rispetto ai servizi tecnico-nautici di pilotaggio, rimorchio, ormeggio e battellaggio, ndr) costituisce un passo avanti nel senso del riconoscimento del ruolo dell’Autorità Portuale con riguardo alla regolamentazione dei servizi tecnico-nautici, prende favorevolmente atto del recepimento di quell’accordo nel testo del disegno di legge di riforma della legislazione portuale attualmente all’esame del Senato della Repubblica».
[hidepost]«Peraltro – prosegue la nota dell’associazione delle Autorità Portuali italiane – ravvisa opportuno individuare, sempre di intesa con le altre parti di quell’accordo, un ruolo ancor più forte dell’Autorità Portuale per ciò che concerne la determinazione dell’organizzazione dei servizi in parola e delle relative variazioni tariffarie in ciascun porto, nell’ambito di criteri e meccanismi validi per tutta la portualità nazionale e nel rispetto dei principi dell’ordinamento comunitario».
Una presa di posizione, questa di Assoporti, che è piaciuta molto alle sette più rappresentative associazioni del cluster marittimo (ANGOPI, Assorimorchiatori, Confitarma, Fedarlinea, Fedepiloti, Federagenti e Federimorchiatori) che sono intervenute con il seguente documento.
“Le scriventi associazioni manifestano il proprio apprezzamento per il comunicato stampa diffuso dall’Assoporti, dalla lettura del quale emerge la condivisione del contenuto dell’accordo interassociativo dell’aprile del 2007, trasfuso nei progetti di legge in materia di riforma portuale attualmente in discussione al Senato.
“Sono, pertanto, da ritenersi fugate le perplessità emerse nel passato circa un mutato atteggiamento dell’Associazione dei porti italiani nei confronti del citato accordo, che avevano erroneamente indotto più di qualcuno a ritenerlo superato.
“Si tratta, invece, di un’intesa ancora attuale, la cui possibile evoluzione potrà essere individuata fra i firmatari nell’ambito, opportunamente già evidenziato dall’Assoporti, dei criteri e meccanismi tariffari validi per la portualità nazionale e nel rigoroso rispetto dei principi di fonte comunitaria di parità di trattamento e di non discriminazione fra gli utenti.
“La posizione assunta da Assoporti contribuisce a consolidare in modo significativo il fronte di coloro che, come le scriventi associazioni, auspicano una rapida approvazione dei disegni di legge in materia di riforma portuale in discussione al Senato.
“L’emanando provvedimento sarà utile a rafforzare il ruolo di coordinamento delle A.P., oggi quanto mai necessario, non solo nel porto ma anche nella logistica, in coerenza ai compiti a queste ultime attribuiti.
“Da ultimo, le scriventi associazioni condividono quanto proposto dal presidente di Assoporti nella recente assemblea, con particolare riferimento all’eliminazione del tetto all’autonomia finanziaria e all’ipotesi di costituire un fondo presso la Cassa Depositi e Prestiti, soluzione tecnica efficace a garantire un ulteriore incremento di gettito a favore delle Autorità portuali per il miglioramento delle infrastrutture indispensabili per competere a livello internazionale e a permettere l’utilizzo di tutti gli strumenti finanziari presenti sul mercato”.
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