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L’UE a doppio binario sull’Adriatico

Speranze e perplessità sulle strategie di Bruxelles senza finanziamenti aggiuntivi – L’iniziativa di Conferenza Gnl all’IMO di Londra per un mare senza zolfo nei fumi

BRUXELLES – Viene da dirsi: strane e contraddittorie strategie quelle dell’Europa sui suoi mari e per la difesa e lo sviluppo della qualità di vita dei suoi cittadini. E’ di questi giorni il pronunciamento della Commissione che stabilisce parametri diversi di riduzione dello zolfo dei carburanti navali, assegnando al Baltico e in genere ai mari del nord una protezione molto più severa di quanto non chieda per il Mediterraneo e in particolare per quel mare chiuso e altamente antropizzato che è l’Adriatico.
[hidepost]Adesso invece arriva dalla commissione l’annuncio di una nuova strategia, proprio per l’Adriatico e lo Ionio “per una più stretta cooperazione nella promozione dell’economia marittima. L’ambiente marino, i collegamenti via mare e il turismo sostenibile”. Si vuole anche contribuire “all’integrazione dei Balcani occidentali nell’Unione Europea.
Secondo l’UE, si tratta di integrare nella strategia generale quella marittima per l’Adriatico e lo Ionio adottata in commissione il 30 novembre 2012. Il commissario UE responsabile delle politiche regionali Johannes Hahn ha dichiarato che i paesi partecipanti alla nuova strategia “dovrebbero trarre insegnamento da quanto fatto nel Baltico e sul Danubio, creando anche una forte leadership politica”. Si indicano anche gli abbinamenti tra paesi su specifiche problematiche, assegnando a Italia e Serbia lo sviluppo delle reti dei trasporti e dell’energia.
Siamo ai soliti voli pindarici dell’UE, che lancia programmi a lunga scadenza affidandosi poi su realizzazioni che quasi mai arrivano a termine nei tempi e nei modi stabiliti? La commissione ammette che la strategia EUSAIR “non avrà finanziamenti aggiuntivi ma dovrebbe allineare quelli esistenti a livello nazionale, nonché attirare finanziamenti privati”. Difficile capire quale portata pratica potrà avere un programma senza finanziamenti dedicati; anche se purtroppo non bastano i finanziamenti UE (come abbiamo visto spesso) a determinare il successo di tante grida manzoniane di Bruxelles.
C’è un margine di speranza in quanto richiamato dal commissario Hahn: il riferimento alle strategie sul Baltico e sul Danubio. Ma siamo in altre realtà economiche e politiche, con altri precedenti storici e specialmente con altre comunità. Basti vedere che in Adriatico mentre l’Italia continua a proibire ogni perforazione sottomarina alla ricerca dei pur ricchi giacimenti energetici la vicina Croazia lo sta facendo in barba a ogni tentativo di coordinarsi. E anche la proposta fatta all’IMO dall’Italia (attraverso l’ammiraglio che ci rappresenta, Cristiano Aliperta) di fare dell’Adriatico un’area di emissioni zero attraverso la veloce adozione di carburanti navali a base di gas naturale liquefatto, sembra non aver fatto alcun progresso dopo gli annunci di questa primavera alla Conferenza GNL di Roma.

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Pubblicato il
25 Giugno 2014

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