Enrico Bonistalli: sulle urgenze in ordine sparso?

Enrico Bonistalli
LIVORNO – Enrico Bonistalli, vicepresidente di Asamar e operatore marittimo storico con una lunga tradizione di ricercatore attivo di traffici, ha partecipato all’incontro in Regione Toscana sull’“Emergenza Livorno”. E pur apprezzando l’impegno del governatore Rossi, non nasconde le sue preoccupazioni sui tanti problemi urgenti che non presentano soluzioni chiare.
Bonistalli, cominciamo da un dettaglio, peraltro significativo: le “porte vinciane” di nuovo aperte, che stanno ributtando tonnellate di fango in Darsena Toscana; problema che sembra sottovalutato…
“Mi tocca su un nervo scoperto, perché in commissione consultiva dell’Authority mi sono sfinito a ricordarlo. Con le piogge di questi giorni l’accosto G, che era già compromesso, ha ricevuto di nuovo tonnellate di fango: e i due accosti per traghetti di un tempo sono da cancellare.
[hidepost]Il peggio è che non si riesce a trovare una soluzione, non si sa bene se per problemi tecnici o per scarsa volontà. E’ dal 1987 che il tema è sotto tiro: lo so bene perché con i traffici per Camp Darby mi sono dovuto spesso occupare delle “porte”. E da tempo la stessa Regione ha stanziato fondi, come mi risulta abbia fatto anche l’Autorità portuale, per modificare i meccanismi delle porte e renderli efficienti. Niente, non si riesce a tenerle chiuse perché i pistoni si rompono appena c’è un po’ d’accumulo di fango. L’Authority aveva promesso addirittura un costante dragaggio davanti alle porte per evitare pressioni eccessive. Ma ad oggi niente o quasi mi risulta fatto: e l’impressione è che le resistenze di Pisa siano superiori alla forza contrattuale di Livorno, che a sua volta mi sembra abbastanza blanda”.
Porte vinciane a parte (con le pesanti conseguenze in Darsena) l’incontro alla Regione sembra però aver dato una spinta positiva per la Piattaforma Europa…
“Il presidente Rossi ci ha messo l’impegno. Ma quello che non traspare dalle note ufficiali è che Rossi ha dato una specie di ultimatum a Livorno: o le istituzioni si presentano entro una decina di giorni con un progetto comune e condiviso per il rilancio dell’economia, partendo anche dal porto (e quindi dal piano regolatore) oppure si assumeranno le responsabilità di una crisi epocale. La Piattaforma Europa? E’ una bellissima sfida e rappresenta indubbiamente il futuro: ma sul presente non vedo iniziative forti. Vogliamo capire che cosa dobbiamo fare nel presente in Darsena Toscana? Vogliamo capire come vengono avanti certi progetti come quello del grande investimento (55 milioni, ci fu detto dall’Authority) degli indonesiani per gli oli vegetali, con 209 navi all’anno previste e con 10 mila metri quadri di aree già destinati? Mi chiedo – e l’ho detto più volte in commissione consultiva – che cosa si stia facendo per utilizzare al meglio il terminal LTM, un vero gioiello che però stenta anche con i traffici per il Maghreb, mentre da Genova le navi per la Libia continuano a partire. E a breve scoppierà anche la crisi dei lavoratori interinali, che non sono chiamati perché non ci sono turni. Sembra un porto che sulle urgenze non riesce a trovare risposte”.
Però si draga il molo Italia, si sta lavorando per il raccordo ferroviario della Darsena Toscana, si elettrifica la Sgarallino…
“E meno male, altrimenti sarebbe calma piatta. Ma a fronte di quello che si fa a Livorno, altri porti corrono a velocità della luce. Si veda Piombino: punta a banchine a 20 metri di profondità, sta attirando le riparazioni navali che da noi non si capisce come finiscano, punta anch’esso alle crociere. Non ci farà concorrenza? Mi auguro che tra Gallanti e Guerrieri si riesca a trovare un accordo di “sistema”. Ma non dimentichiamoci che anni fa Piombino non riuscì a strapparci importanti traffici di auto nuove solo per i fumi delle acciaierie; fumi che oggi non ci sono più. Concludo: il porto è all’emergenza, ma solo perché non si intravede un progetto globale, che comprenda anche le istituzioni della città, che confermi una compattezza di idee e di obiettivi. In ordine sparso non si va da nessuna parte”.
A.F.
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