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Terminal intermodale i lavori a Sogemar

L’infrastruttura sarà complementare al transhipment per fare concorrenza ai porti del Nord Europa

Davide Giuseppe Barbagiovanni Minciullo

GIOIA TAURO – L’Autorità portuale ha aggiudicato la gara finalizzata alla esecuzione e gestione del “Nuovo terminal intermodale del porto di Gioia Tauro”. All’apertura delle buste, la commissione di gara ha dichiarato la ditta Sogemar Spa di Rho in provincia di Milano quale soggetto attuatore della realizzazione e gestione del gateway ferroviario.
Si tratta di un’infrastruttura strategica che sarà complementare al transhipment e che avrà il compito di intercettare parte dei traffici movimentati tra l’Estremo Oriente e l’Europa, attualmente gestiti dai porti di Rotterdam ed Anversa. Con la realizzazione del Terminal, Gioia Tauro punta ad essere un varco intermodale comunitario, inserendosi nell’asse trans-europeo del corridoio Helsinki – La Valletta, come nodo di rilevanza nazionale e crocevia europeo di diverse modalità di trasporto.
[hidepost]L’appalto rientra tra le opere previste dal Piano Operativo Triennale dell’Ente e ha un finanziamento complessivo di 40milioni di euro. Di questi, 20milioni di euro, sotto forma di contributo pubblico, sono a carico dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, derivanti dal PON Reti e Mobilità 2007 – 2013, mentre gli altri 20milioni di euro saranno investiti dal privato.
Organizzato in base alle modalità del project financing, l’iter di aggiudicazione ha visto la messa in atto di diverse fasi di gara. Nella prima, la ditta Sogemar ha presentato il proprio progetto preliminare, redatto come da bando pubblico sulla base delle indicazioni richieste dallo studio di fattibilità disposto dall’ufficio Tecnico dell’Ente. Si è passati, quindi, alla seconda fase con la pubblicazione di una nuova gara mirata alla presentazione, entro il 30 ottobre scorso, dell’offerta economicamente più vantaggiosa sul progetto preliminale del promotore, in base appunto a quelle che sono le procedure previste dal project financing. Il cerchio, ora, si è chiuso attraverso l’individuazione della ditta Sogemar quale soggetto chiamato a realizzare e gestire il “Nuovo terminal intermodale del porto di Gioia Tauro” con una concessione di durata trentennale. L’opera dovrà essere realizzata entro 18 mesi dal verbale di consegna dei lavori.
Con lo sguardo rivolto ai dati infrastrutturali, il gateway ferroviario si estenderà nel territorio compreso tra i Comuni di Gioia Tauro e di San Ferdinando. Si svilupperà, in parte, all’interno del porto, nell’area doganale in concessione al terminalista “MedCenter Terminal Container” e nella zona dell’interporto. Occuperà una superficie pari a 325 mila metri quadrati e avrà una lunghezza complessiva di nuovi binari di 3.825 metri, dei quali 2.761 in area terminal contenitori e di 1064 nel terminal intermodale. E’ previsto il raccordo ferroviario ai capannoni per consentire il carico e scarico di vagoni al suo interno e l’inserimento nei tre binari esistenti di deviatori, in modo tale da rendere indipendente l’utilizzo dei singoli binari.
Si tratta di caratteristiche importanti a livello internazionale perché evidenziano le specifiche peculiarità del Terminal che risulta essere in linea con i maggiori hub ferroviari europei. Del resto, alla base della sua ottimale funzionalità vi è “l’assenza di rotture di carico aggiuntive e le distanze del terminal sono adeguate agli standard internazionali”. Tra gli elementi richiesti per la sua buona gestione è stata prevista la centralizzazione delle operazioni ferroviarie che sono, così, affidate alla ditta Sogemar, che dovrà altresì coordinare il tratto di raccordo tra San Ferdinando e il porto con la rete ferroviaria nazionale.
Nello studio di fattibilità dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, e quindi nel progetto presentato dalla Sogemar Spa andato in gara e aggiudicato in questa seconda fase, è stata, altresì, messa in evidenza l’attenzione data al pieno rispetto delle leggi a tutela dell’ambiente, richieste dalla normativa europea. In questa prospettiva l’infrastruttura punta, infatti, ad “incrementare l’utilizzo di una mobilità ambientale sostenibile, a ridurre i tempi di percorrenza delle merci, a diminuire i costi di trasporto, l’inquinamento ambientale prodotto dal sistema di trasporto su gomma e, non ultimo, a massimizzare le ricadute economiche e territoriali legati alla logistica complessiva”.
A conti fatti, rispetto alle previsioni future, importanti per coglierne le sue ricadute, questo nuova e strategica infrastruttura offrirà al territorio prospettive occupazionali derivanti dal potenziamento e completamento del transhipment grazie allo sviluppo concreto dell’intermodalità.

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Pubblicato il
25 Novembre 2015

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