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Ecodragaggi ed Erosione Costiera in Consiglio regionale a Firenze

Un momento del convegno organizzato da Giga, Ecofuturo e dal Consiglio Regionale della Toscana.

FIRENZE – “Per risolvere i problemi d’insabbiamento dei porti di Talamone o Carrara, per limitarsi ai casi all’onore delle cronache di questi giorni, la risposta che viene da ambientalismo, scienza e tecnologia è una sola e si chiama Ecodragaggio e Banca delle Sabbie. Dobbiamo costruire un’economia circolare dei dragaggi che permetta di recuperare in maniera ecologica i sedimenti e poi li bonifichi e li utilizzi per ripascere le spiagge che si stanno erodendo. La stessa cosa vale per le dighe, in cui si stanno accumulando fanghi e sedimenti. La rimozione degli ingenti depositi di sedimenti dagli invasi di Levane e La Penna resta la priorità, invece di pianificare rialzi dalla dubbia utilità. Bisogna altresì recuperare le capacità idriche anche in ottica di future siccità”, ha detto Tommaso Fattori, capogruppo di Sì-Toscana a Sinistra, che  ha aperto i lavori del convegno sugli Ecodragaggi organizzato in Consiglio regionale assieme all’associazione Giga e ad Ecofuturo. Al convegno hanno preso parte fra gli altri: Jacopo Fo (Direttore People for Planet), Fabio Roggiolani (Giga), Davide Benedetti (esperto di dinamica dei sedimenti e tecnologie dell’ecodragaggio), Marco Bottino (presidente Anbi Toscana), Maria Sargentini (ex direttrice ARPAT), Fausto Feruzza (presidente Legambiente), Stefano Gazzoli (Federazione Italiana Balneari).

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“L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale ha annunciato che entro luglio saranno prelevati 100 mila metri cubi dai fondali all’imboccatura del porto di Carrara, per garantire la profondità di pescaggio necessaria alle imbarcazioni in entrata e in uscita. Ma si farà ricorrendo a vecchie tecniche molto impattanti dal punto di vista ambientale – è stato sottolineato nel convegno – che movimentano gli inquinanti presenti nei sedimenti. Le sabbie estratte con le tradizionali tecniche portano con sé tutto, dalla plastica ai metalli pesanti. Oltretutto questa sabbia maleodorante sarà lasciata per mesi sulla banchina di Taliercio ad asciugare. Né è vero – continua ancora la nota del relatore – come afferma l’autorità portuale, che gran parte dei materiali dragati sarà pulita e pronta al riutilizzo. Per ottenere sabbia pulita intorno all’80% serve l’ecodragaggio, che è a ciclo chiuso e permette di bonificare i sedimenti, che poi possono essere utilizzati per i ripascimenti delle spiagge o nell’edilizia.” Ci sono aziende locali che hanno brevettato questa tecnologia – ha concluso Tommaso Fattori – e c’è la necessità di abbracciare in ogni settore l’economia circolare, non solo sulla carta ma anche nelle pratiche concrete”.

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Pubblicato il
21 Marzo 2018

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