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L’invasione delle meduse per il riscaldamento del mare

Nella foto: Una bellissima (e innocua) medusa cotylorhiza.

BARI – Sicuramente poco gradite dai bagnanti, che occasionalmente possono venire a contatto con i loro tentacoli, le meduse sono organismi molto importanti perché fungono da nutrimento per numerosissime specie marine. Il loro corpo è composto principalmente da acqua (circa il 98%). Ci sono specie urticanti e non urticanti. I tentacoli possono essere di varie lunghezze e dimensioni e possono avere o meno effetto urticante. Infatti nei tentacoli sono presenti degli organuli detti cnidoblasti all’interno dei quali troviamo le nematocisti che rilasciano liquido tossico.

Nei mesi estivi ogni specie di medusa ha un suo periodo caratteristico di comparsa che dipende sia dalle temperature che dalle correnti.

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In Emilia-Romagna la presenza di meduse viene segnalata sul bollettino ‘Mare in-Forma’ della Struttura Daphne di Arpae. Esiste anche un vademecum su come liberarsi dal bruciore e per vedere le schede delle meduse tipiche dell´alto Adriatico a cura dell’Arpa dell’Emilia Romagna.

Informazioni utili per i bagnanti sono anche nella guida, elaborata dall’Università del Salento e dal Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare, e riadattata dagli esperti di Arpa Marche, includendo soltanto le specie autoctone del litorale marchigiano, mostra la loro “carta di identità”, con tanto di fotografia, indicando in ciascun caso il grado di tossicità, il periodo e la frequenza dei probabili contatti.

Se è vero che le meduse sono particolarmente infestati in Adriatico, da qualche anno anche il Tirreno è diventato un abituale “pascolo” di questi minuscoli ma a volte fortemente urticanti abitanti del mare. Le “velelle”, le “caravelle portoghesi” sono tra gli ctenofori più diffusi, perché arrivano in lunghe strisce anche lungo le coste. Secondo i rapporti delle Arpa del Tirreno da due anni a questa parte, complice il riscaldamento, le meduse sono aumentate di tre volte: e poiché diminuiscono anche i loro predatori – in particolare tartarughe e delfini – hanno gioco facile ad invadere le spiagge.

In caso di contatto con i tentacoli di una medusa, evitare assolutamente di grattare la parte offesa. Si può tentare di rimuovere delicatamente le piccole cellette contenenti il veleno con una spatolina, una carta di credito, un raschietto. Il veleno è termolabile, quindi un impacco di acqua molto calda può servire: o il contatto con un oggetto arroventato dal sole. I pescatori usavano anche urinare sulla parte offesa, ma il rimedio è da alcuni esperti contestato.

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Pubblicato il
10 Luglio 2019

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