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E se domani….

LIVORNO – Che rappresenta l’immagine qui sopra? 😕🤔

Piano, adesso ve lo spieghiamo.

Il nodo dello sbocco a mare del canale dei Navicelli, l’importante arteria delle acque interne che collega la Darsena alla periferia di Pisa con il porto di Livorno, diventa sempre più un tema complesso sia per le industrie insediate sul canale, sia per lo stesso porto. Dove lo sbocco in Darsena Toscana, regolamentato da una serie di piccoli ponti levatoi, condiziona sia l’utilizzo dell’intera banchina Est della Darsena, sia l’uscita degli scafi e dei manufatti delle industrie pisane.

Ne abbiamo scritto spesso ✍, presentando anche le proposte in atto perché il canale possa sfociare direttamente in mare, eliminando il ponte del Calambrone.

Anche la Regione Toscana ha aperto un tavolo di studio sul problema: che consiste, in sostanza, sul fatto che il ponte esistente al Calambrone impedisce di raggiungere il mare: e i ponti levatoi sulla sfociatura in Darsena Toscana stanno diventando troppo stretti per scafi e costruzioni dell’area pisana.

Eliminandoli e bombando la sfociatura si recupererebbe anche un accosto sulla sponda Est della Darsena Toscana: prezioso quanto mai, vista la carenza.

Eccoci al disegno ✏: ce l’ha fornito l’ingegner 👤 Claudio Evangelisti della Gas&Heat – un’azienda che opera in tutto il mondo dal canale – per illustrare la sua proposta: invece di fare un altro ponte in sostituzione di quello del Calambrone che blocca tutto, perché non eliminare quello esistente e fare come in Olanda dove aprono un sottopassaggio al canale, invertendo l’ordine degli addendi (come si dice in matematica? 🙄 0⃣2⃣➕3⃣5⃣1⃣✖6⃣7⃣➖8⃣4⃣➗9⃣🔟 🙄).

Ma diamo la parola all’ingegner Claudio Evangelisti e a sua figlia 👤 Sara, anch’essa ingegnere della Gas&Heat.

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🎙 Nel recente meeting al Propeller Club livornese, si è parlato di logistica green e dei vostri importanti manufatti, i grandi serbatoi per il GNL. Però si sa che trasportarli dal vostro sito al mare diventa sempre più problematico per il crescere delle loro dimensioni.

🗣 “È in effetti uno dei nostri problemi, perché le navi gasiere diventano più grandi e richiedono serbatoi di maggiori dimensioni. Poi stiamo lavorando oltre che in campo navale anche per siti terrestri, come quello realizzato ad Oristano, in altri paesi non solo dell’Europa. La prossima estate dovremo consegnare otto grandi serbatoi le cui dimensioni sfioreranno i limiti massimi del percorso sia del canale, sia in particolare dei ponti mobili di accesso alla Darsena Toscana.

E siamo anche consapevoli che il mercato sta andando verso dimensioni ancora maggiori. Tanto consapevoli che ormai il canale ci sta stretto e dovremo guardarci intorno per delocalizzare certe costruzioni.”

🎙 Canale stretto, fondali non certo agevoli: e poi i famosi ponti mobili. Anche voi pensate come il presidente dell’Autorità del canale Salvatore Romano che sostituire il ponte del Calabrone con un altro ponte, anche affiancato semplicemente a quello dell’autostrada più a monte, non sia una soluzione?

🗣 “Noi siamo a valle dell’autostrada, quindi non ci dovrebbe interessare la proposta suddetta.

Però la navigabilità del canale è una priorità per tutti gli insediamenti che vi stanno crescendo.

Ci stiamo chiedendo perché non fare come in Nord Europa, dove risolvono il problema delle loro vie navigabili facendo passare la strada non sopra i canali sui ponti, ma sotto. Soluzione certamente meno costosa anche come manutenzione, tecnicamente più semplice, senza condizionamenti per i traffici sull’acqua anche in fatto di dimensioni. Il presidente Salvatore Romano ci ha già ascoltato sul tema, è un tecnico capace e fa il suo lavoro con passione. Aspettiamo: come avete già scritto, se ne occupa anche la Regione”.

🎙 È facile oggi rendersi conto che la realtà del trasporto dei combustibili green imporrà serbatoi sempre più specializzati, come nel caso del tanto atteso idrogeno…

🗣 “E noi ci stiamo lavorando. Abbiamo già in fase di avanzata sperimentazione in Nord Europa un nostro serbatoio. Stiamo studiando soluzioni ancora più interessanti insieme all’Università di Pisa e al Bureau Veritas. Tutto il mondo si muove in queste direzioni ma possiamo dire con orgoglio che noi non siamo indietro agli altri”.

A.F.

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Pubblicato il
26 Novembre 2022
Ultima modifica
28 Novembre 2022 - ora: 18:23

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