Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Oceani a rischio “dumping”

Nella foto: Bidoni di materiali pericolosi in fondo al mare.

ROMA – Su “GreenMe” un servizio giornalistico molto letto sottolinea come “Fino agli anni ’70, le aziende di tutto il mondo utilizzavano l’oceano come discarica per i rifiuti generati dalle loro produzioni. E ora? Si tratta di una pratica che in qualche modo è stata regolamentata, ma che comunque rimane più attuale che mai (e illecita), con effetti più che devastanti”.

Si tratta del dumping oceanico che quasi nessuno conosce: altro non è che lo smaltimento deliberato di rifiuti pericolosi in mare: da navi, ma anche da aerei, piattaforme e strutture apposite più o meno mascherate.

L’etimologia è semplice: “to dump” in inglese significa scaricare e se commercialmente “dumping” indica la pratica per cui le grandi imprese introducono nel mercato europeo dei prodotti a un prezzo molto inferiore rispetto a quello di mercato (grazie alla presenza di sussidi statali alle imprese nel Paese di origine), dal punto di vista ambientale “dumping” significa tutt’altro.

Si tratta, ovvio, di materiale inquinato da metalli pesanti come cadmio, mercurio e cromo, nonché da idrocarburi come oli pesanti, sostanze come fosforo e azoto e organoclorurati provenienti da pesticidi.

Inoltre, anche i rifiuti radioattivi delle centrali nucleari di tutto il mondo finiscono nei nostri oceani. Esistono prove sempre più evidenti che sia gli elementi radioattivi a vita breve che quelli a vita lunga possono essere assorbiti dal fitoplancton, dallo zooplancton, dalle alghe e da altre forme di vita marina e quindi essere trasmessi lungo la catena alimentare ai pesci, ai mammiferi marini e agli esseri umani.

Altri materiali smaltiti nell’oceano includono resti umani da seppellire in mare, navi, moli di ghiaccio artificiali in Antartide e scarti di pesce.

Provvedimenti? Il controllo satellitare, il monitoraggio dei porti da cui partono i materiali pericolosi, ma più che altro la volontà degli Stati di difendere il mare.

Pubblicato il
20 Marzo 2024
Ultima modifica
22 Marzo 2024 - ora: 10:03

Potrebbe interessarti

Sempre più droni sul mare

Se ne parla poco, specie dei più specializzati: come quelli subacquei della Wass di Livorno per Fincantieri, o quelli sempre italiani, costruiti però in Romania dall’ingegner Cappelletti della livornese ex Galeazzi. Però adesso Fincantieri,...

Leggi ancora

Porti teu in overcapacity?

Riforma della riforma portuale: l’articolato Rixi che abbiamo anticipato – che naturalmente deve passare anche dalle Camere – punta dunque a coordinare lo sviluppo degli scali, oggi lasciato eccessivamente alla potenza dei singoli “protettorati”...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

“Non solo editore”

È stato, per chi l’ha conosciuto, un maestro di vita: appassionato del mare, del bello scrivere e anche delle gioie che possono venirne. Uomo di cultura, mai ostentata ma semmai offerta con un filo di...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Nautica e navigatori al Salone di Genova

Passata la festa, diceva un vecchio proverbio un po’ blasfemo, gabbato lo Santo. Passato il Salone Nautico di Genova, appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati, sono state tirate le somme: ufficialmente, la nautica italiana...

Editoriale
- ANTONIO FULVI
Leggi ancora

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio