Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Riforma, strategia e rinvii

Nella foto: Rodolfo Giampieri

ROMA – 🗣️ “La portualità italiana prima della riforma 84/94 era frammentata e anche localistica, con diverse tipologie. Inoltre non ci era suddivisione tra operazioni privatistiche e gestione e regolazione. Con la 84/94 è stata razionalizzata l’attività e resa omogenea in tutti i principali porti italiani. Una svolta importante che ha reso i porti più snelli, lanciandoli nel mercato e rendendoli competitivi”.

Comincia così, con queste esatte parole, l’intervista al presidente di Assoporti 👤 Rodolfo Giampieri uscita sul notiziario della Guardia Costiera: intervista raccolta nell’ambito del convegno il mese scorso nell’aula dei gruppi parlamentari di Montecitorio, per analizzare i trent’anni di collaborazione tra Autorità marittime (Capitanerie di Porto) e Autorità portuali. Analisi corretta, anche se il giudizio, necessariamente sintetico, sembra ottimistico.

L’intervista continua parlando della prima riforma alla riforma, quella del 2016, con la riduzione delle 24 Autorità portuali a “sole” 16. E dove si sta andando, in attesa dell’annunciata, nuova e finalmente  decisiva Riforma della Riforma 2016 della prima riforma, la 84/94?

[hidepost]

🗣️ “Non credo si vada verso un sistema portuale unico – dice Giampieri – Più probabile e logico andare verso un’unica cabina di regìa per una strategia di sistema italiano, indispensabile nella competizione globale. E che recepisca la trasformazione in atto con le nuove info e infrastrutture, con le trasformazioni del mondo e della logistica”.

Ancora, secondo Giampieri: 🗣️ “L’infrastrutture dovrebbe rimanere di natura pubblica, confermando gli investimenti privati con le concessioni. Fondamentale evitare le concorrenze interne, che creano solo danno. Un paese che vuol crescere – è finalmente una scudisciata finale – deve decidere e non rinviare”.

[/hidepost]

Pubblicato il
22 Maggio 2024
Ultima modifica
23 Maggio 2024 - ora: 09:04

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio