PARIGI – Loro, evidentemente, ci credono. E non da oggi, perché gli esperimenti per utilizzare in chiave tecnologicamente attuale il vento e le vele sono in atto da anni. Con variazioni sul tema, naturalmente. Così come sintetizza il disegno qui sopra, presentato insieme a un accurato studio dal sito francese “Reporterre”, specialista in ecologia: navi con i cilindri Fleckter, o trainate da giganteschi aquiloni, o ancora con vele rigide gestite dall’IA, eccetera.
Lo studio parte da alcuni dati incontrovertibili: nel 2019 undici miliardi di tonnellate di prodotti vari hanno traversato gli oceani su oltre centomila navi. Ogni anno le navi emettono – sempre secondo lo studio – ben 919 milioni di tonnellate di CO2 e gli esperti ritengono che nel 2050 questo quantitativo potrebbe essere raddoppiato. Secondo l’OCSE, l’organismo mondiale sulla cooperazione per lo sviluppo economico, il traffico marittimo nel 2050 sarà il triplo di oggi.
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Come intervenire per evitare questi sviluppi negativi? Si parla molto di carburanti alternativi, e sarà una strada certo da praticare. Ma molti armatori credono che il vento, o meglio certi venti costanti come gli alisei dell’Atlantico, potrebbero essere una soluzione, per di più totalmente gratuita. Da qui esperimento, studi, proposte. Ma anche esperimenti pratici.
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