Hic sunt leones
Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di stato maggiore della nostra Marina, già comandante dell’Accademia Navale, in generale non chiacchiera a vanvera. Così il suo richiamo alle basi di missili e droni che Putin tenta di installare in Libia, praticamente sulla soglia della nostra penisola, qualche preoccupazione dovrebbe crearla. E non bastano le bandiere della pace né i variopinti cortei che infuriano in nome di Gaza. Non bastano – ecco il Pro domo sua dell’ammiraglio – le nuove navi e i nuovi aerei della nostra pur valida marina.
Credendino ricorda che il Mediterraneo è pieno di navi-spia russe, estremamente sofisticate. Altri ricordano che sul nostro mare ha sul fondo tutte le principali arterie delle nostra comunicazioni digitali e delle reti di gas e idrocarburi, in tempi nei quali i più sofisticati droni sub possono tagliarle indisturbati.
Insomma, i leones che gli antichi romani consideravano lontani in terre sconosciute, oggi sono a portata di artigli. Ma come i romani che ai tempi delle invasioni barbariche avevano occhi e passioni sono per i giochi nel Colosseo, così oggi ci si scanna tra fazioni, senza un fronte comune nemmeno sulle più pericolose evidenze. Da temere: all’armi, siam Sfascisti?
(A.F.)