Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti
LO SCONTRO

Trasportounito: i tempi di attesa dei camion vanno pagati

Per Tagnocchetti non si scende a patti sulla sicurezza

GENOVA. La chiamano “port fee” ed è una sorta di indennizzo che l’autotrasporto chiede perché si è stufato di pagare il prezzo dei ritardi per via del congestionamento dei terminal. Adesso scende i n campo Trasportounito per bocca di Giuseppe Tagnochetti, coordinatore nazionale trasporto contenitori: “Non abbiamo né interesse né volontà di speculare sull’inefficienza dei servizi ai camion che ormai è cronica in porti come Genova, Spezia, Vado Ligure, Livorno, Marghera, né tantomeno fare la guerra ai terminalisti o ad altri operatori della filiera portuale”. E allora perché chiedete questi soldi? “Vogliamo che siano redistribuiti in modo più equo i costi di tutti i disservizi che colpiscono l’autotrasportatore nell’attività portuale quotidiana”.

A giudizio di Tagnochetti, le “port fee” rappresentano “una misura economica forfettaria, un sorta di minimo garantito”. Il sistema tariffario – avverte – si basa esclusivamente su “una percorrenza chilometrica e non sui tempi improduttivi e che, nella pratica di tutti giorni,  è compresso dallo strapotere contrattuale della committenza”.
Da ciò – viene fatto rilevare – ha origine la richiesta rivolta da Trasportounito alle Autorità di Sistema di “interventi strutturati e regolatori per il rispetto delle condizioni minime di dignità e sicurezza stradale degli autisti e sostenibilità dei conti economici delle Imprese di autotrasporto”. Il dirigente di Trasportounito se la prende con “Autorità di sistema – prosegue – che non vigilano sulla qualità dei servizi resi dai concessionari portuali (e che in linea teorica potrebbero produrre la revoca della concessione in caso di gravi inadempienze)” e neppure intervengono “quando esplodono vere e proprie congestioni dentro e fuori i terminal, con il blocco operativo di interi bacini portuali”.
Dito puntato anche contro la nuova normativa introdotta dal Decreto Infrastrutture: le lunghe attese al carico e scarico – si afferma – generano non solo improduttività ed extracosti bensì uno stress contro il tempo degli autisti in molti casi “costretti” a violare norme e comportamenti relativi alla sicurezza stradale”.

Da Trasportounito parte l’invito a tutte le associazioni terminalistiche e logistiche a “collaborare in modo trasparente e collaborativo sull’applicazione della aggiornata disciplina delle attese”.
Viene sottolineato che la tracciabilità e documentazione delle attese, soste e ritardi sono “ora garantite dall’utilizzo del localizzatore e del cronotachigrafo digitale”. Tagnoccherti respinge l’accusa di speculazione: dopo 90 minuti di sosta in attesa del carico – questo il concetto – è necessario il pagamento alle nostre aziende di un compenso di 100 euro all’ora.
L’esponente di Trasportounito dice che “si cerca di trasformare in oggetto di concertazione una questione culturale e di legalità. “Il tempo in cui il camion è obbligato ad attendere – conclude Tagnochetti – deve essere pagato, e non può essere oggetto di patteggiamenti commerciali”.

Pubblicato il
12 Giugno 2025

Potrebbe interessarti

Avanti adagio, quasi indietro

Potremmo dire, parafrasando Guido Gozzano, che tra gli infiniti problemi che riguardano il nostro mondo attuale, tra guerre e genocidi, ci sono anche le “piccole cose di pessimo gusto”. Tra queste c’è l’incredibile vicenda...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Se Berta ‘un si marìta…

…“E se domani…” diceva un antico refrain musicale. Riprendo le valide considerazioni del nostro direttore sulla sorprendente impasse di alcune nomine presidenziali nelle Autorità di Sistema Portuale soffermandomi su Livorno: Gariglio è stato tra...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Per difendere la pace…

Guerra e pace, più guerra che pace: sembra l’amara, eterna storia dell’uomo. Così, per preservare la pace, sembra proprio che non ci siano che le armi: si vis pacem, para bellum, dicevano nell’antica Roma....

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Sempre più droni sul mare

Se ne parla poco, specie dei più specializzati: come quelli subacquei della Wass di Livorno per Fincantieri, o quelli sempre italiani, costruiti però in Romania dall’ingegner Cappelletti della livornese ex Galeazzi. Però adesso Fincantieri,...

Leggi ancora

Porti teu in overcapacity?

Riforma della riforma portuale: l’articolato Rixi che abbiamo anticipato – che naturalmente deve passare anche dalle Camere – punta dunque a coordinare lo sviluppo degli scali, oggi lasciato eccessivamente alla potenza dei singoli “protettorati”...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora
Quaderni
Archivio