Silversea Cruises e Imat: così si costruiscono i comandanti del futuro
CASTEL VOLTURNO (Caserta). L’hanno chiamato “Promo Assessment Pilota” ed è il progetto che porta la firma di Imat e Silversea Cruises. Scopo: valutare e sviluppare le competenze dei futuri comandanti. Come? Mettendo insieme» tecniche psicologiche, esercitazioni pratiche e strumenti digitali, seguendo gli standard internazionali più stringenti, per individuare un vero e proprio percorso di crescita personalizzato», come spiegano dal quartier generale di questo centro di formazione per marittimi che grazie a simulatori avanzati e un apparato tecnico vuol mostrarsi «all’altezza del grande patrimonio marinaresco italiano».
Il progetto – viene sottolineato – è dedicato al “dipartimento di coperta”, è strutturato attorno a target operativi definiti: identificare i Comandanti in seconda pronti per la promozione, valutando performance, esperienza, competenze e capacità di leadership attraverso criteri precisi e condivisi; stabilire processi solidi per la selezione dei nuovi staff captains e captains, mettendo a punto un sistema di valutazione delle competenze individuali, a sua volta basato su un “framework” predefinito che misuri il livello di preparazione del personale e orienti i percorsi di miglioramento; raccogliere dati a supporto dell’analisi dei fabbisogni formativi, monitorando le aree di crescita prioritarie attraverso osservazioni e strumenti oggettivi.
Nei giorni scorsi la sede di Imat ha ospitato il primo “Promo Assessment Pilota” nell’arco di due giornate.
La prima è stata dedicata all’assessment psicologico, guidato dalla dott.ssa Feliciana Nebbia. Dopo una presentazione degli obiettivi e del percorso, il candidato – un comandante in seconda in avanzamento verso il comando – ha affrontato test psicometrici progettati per esplorare competenze chiave per la leadership (“decision making” sotto pressione, gestione dello stress, “problem solving” e autorevolezza). I test, selezionati secondo le direttive Iso 10667‑1:2020, sono stati integrati da un’intervista condotta secondo il principio “four-eye”, per restituire una visione completa delle capacità tecniche, relazionali e attitudinali del candidato.
La seconda giornata – è stato messo in evidenza – ha visto invece l’impegno in prove pratiche avanzate. Tre simulazioni complesse, svolte su impianti reali, hanno ricreato scenari critici di navigazione, emergenze operative e gestione del team. Le esercitazioni, ideate e coordinate dall’istruttore Francesco Frascogna, con il supporto dell’istruttore Antonio D’Angelo, si sono svolte seguendo tutte le fasi operative previste, dalla preparazione al briefing, fino all’attività vera e propria e alla successiva discussione – con osservazioni strutturate basate sul modello Orcer, per analizzare il comportamento in modo oggettivo e misurabile.
Il percorso – è quanto viene ribadito – si è concluso con la redazione di un report dettagliato che sintetizza i risultati dei test psicologici, le valutazioni delle prove pratiche e le osservazioni emerse lungo tutto l’assessment: un documento che offre al candidato uno strumento chiaro di sviluppo personale e, al contempo, un’indicazione strategica per l’azienda su potenziale e aree di crescita.
«Al di là del mero aspetto tecnico, sfida brillantemente superata, grazie alla competenza sviluppata negli anni dal team didattico di Imat, il Promo Assessment evidenzia tematiche importanti sul futuro della leadership marittima», dice Rosario Trapanese, dalla plancia di comando del centro di Castel Volturno. «In un’epoca di veloci trasformazioni tecnologiche quanto contano le soft skills, la capacità di gestire l’imprevisto, la maturità emotiva? E in che modo possiamo rendere più efficaci – e più umani – i processi di valutazione per ruoli di alta responsabilità? Silversea Cruises ha scelto di porsi queste domande in modo concreto, investendo in un modello che unisce rigore scientifico, tecnologia e attenzione alla persona e affidandosi ai nostri istruttori esperti. Un esempio che potrebbe ispirare anche altri attori del settore a ripensare la formazione dei propri leader non solo come addestramento, ma come trasformazione consapevole».