Diga di Genova, con la variante sarà pronta «entro la fine del 2027»
Fasi in parallelo anziché in successione per poter risparmiare tempo
GENOVA. Una “variante di layout” per la nuova diga foranea di Genova: la nuova configurazione consente la costruzione completa «eseguendo in parallelo le opere di “fase A” e di “fase B” anziché in sequenza», e questo significa pensare di realizzare «l’intera opera con un risparmio di quasi due anni di lavoro prevedendo la conclusione dei lavori entro dicembre 2027». La variante è stata «definitivamente approvata» dall’Authority genovese. Ne dà notizia una comunicazione ufficiale della Struttura commissariale per la ricostruzione di Genova in tandem con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale.
Secondo quanto viene riferito, tali modifiche portano con sé «una serie di vantaggi competitivi e migliorie funzionali» in termini di «aumento delle competitività del porto di Genova e conseguente incremento dei traffici e di tutti gli indicatori occupazionali ed economici» ma anche, come detto, sotto il profilo di «un anticipo di 24 mesi rispetto alla realizzazione in sequenza». Questo risultato è connesso a:
- avanzamento in contemporanea delle due fasi di costruzione dell’opera, cioè “fase A” e “fase B” («con conseguente garanzia dell’ottenimento dell’infrastruttura completa nei tempi programmati»);
- maggiori spazi di manovra nel bacino di Ponente, così da permettere «l’accesso e l’ormeggio di navi di maggiori dimensioni rispetto alla configurazione precedente»;
- ottimizzazione del futuro sviluppo a terra: il riferimento è alla possibilità di «realizzare una linea di banchina unica, oltre al conseguente ampliamento degli spazi operativi e di stoccaggio a terra».
- miglioramento della sicurezza della navigazione nel porto di Genova, sia in condizioni di normale esercizio sia in caso di eventuale emergenza.
La definizione di «una più ampia imboccatura secondaria a ponente» – viene sottolineato – permette di «allocare una maggior quota del traffico navale in accesso ed in uscita nel Bacino di Sampierdarena». Tali condizioni si determinano per effetto di:
- incremento delle dimensioni del cerchio di evoluzione di ponente da 450 a 550 metri;
- allargamento dell’imboccatura di ponente da 138 a 235 metri.
Presentando l’identikit della nuova variante, si ripete che è stata studiata al fine di «massimizzare la disponibilità e l’utilizzo degli specchi acquei portuali interni alla nuova diga». Consiste in una:
- riduzione della lunghezza della sezione T1 in corrispondenza dell’imboccatura principale a levante («in ottemperanza alle prescrizioni formulate dal Consiglio Superiore Lavori Pubblici in fase di approvazione del “progetto di fattibilità tecnico economica”, Pfte»);
- ottimizzazione del pennello T5 per coniugare la funzionalità dell’opera con le necessità pianificatorie di spostare più a levante il cerchio di evoluzione e ampliare lo specchio acqueo ai fini di una maggiore sicurezza della manovra;
- eliminazione della sezione T4, transitoria tra “fase A” e “fase B”;
- spostamento verso il mare aperto del tratto di sezione T7;
- allungamento del ramo di sopraflutto dell’imboccatura secondaria di ponente tramite estensione della sezione T9.
Il Collegio Consuntivo Tecnico ha dato semaforo verde alla proposta di “variante” e al relativo atto aggiuntivo: al parere preventivo del collegio erano stati sottoposti, secondo quanto indicato dal nuovo Codice degli Appalti. Sempre il Collegio Consuntivo Tecnico ha detto sì anche in merito alle «modalità attraverso cui le parti hanno definito tutte le pregresse riserve e le criticità avanzate dall’impresa». In particolare, – viene fatto rilevare – sono state riconosciute le maggiori lavorazioni per garantire «una migliore tenuta rispetto alla natura dei fondali riscontrata durante le lavorazioni». Con l’atto aggiuntivo firmato dalle parti si annulla e si cancella «ogni riserva pregressa» mettendo a punto «un nuovo cronoprogramma estremamente serrato per la fine dell’opera». Adesso la previsione della posa dell’ultimo cassone della nuova diga è messo in preventivo «entro il mese di agosto 2027» e la fine dei lavori «entro il mese di dicembre 2027».
Matteo Paroli, presidente dell’Authority del Mar Ligure Occidentale, lo vede come il «frutto di un efficace coordinamento e di una piena condivisione di intenti tra la Struttura commissariale e l’Autorità di Sistema Portuale» e si dice «molto soddisfatto» del risultato. «Tutto questo – afferma – ci permette di accelerare la realizzazione della nuova diga foranea, dotando il porto di Genova e l’intero sistema logistico nazionale di un’infrastruttura strategica e all’avanguardia. Un’opera che, in tempi certi, assicurerà vantaggi competitivi duraturi e renderà i porti del Mar Ligure Occidentale una piattaforma integrata al servizio del Paese e dell’Europa, garantendo al contempo la sostenibilità dell’aumento dei traffici e importanti benefici economici e occupazionali per il territorio».
Carlo De Simone, sub-commissario alla Ricostruzione di Genova, ritiene che la variante approvata sia «un passaggio fondamentale per garantire il completamento della nuova diga foranea di Genova: e soprattutto riuscirci «riducendo i tempi di realizzazione e rafforzando al contempo la sicurezza delle operazioni portuali». Aggiungendo poi: «Quest’opera non è soltanto un’infrastruttura: è un investimento strategico che restituisce competitività al porto di Genova, valorizza l’intero sistema logistico nazionale e crea nuove e importanti opportunità occupazionali ed economiche per il territorio. Il nuovo cronoprogramma impegna tutti noi a un lavoro serrato, ma siamo determinati a rispettare la scadenza del 2027».