Porto di Ravenna, l’altolà delle istituzioni stoppa l’invio di esplosivi in Israele
Il sindaco: siamo intervenuti come azionisti del terminal, il governo fa finta di nulla

Da sinistra: Alessandro Barattoni e Valentina Palli, Ravenna
RAVENNA. L’altolà del fronte delle istituzioni pubbliche – Comune, Provincia e Regione – ha bloccato il transito dal porto di Ravenna di due container di armi destinati al porto di Haifa in Israele. Ne ha dato l’annuncio il sindaco ravennate dem Alessandro Barattoni, dopo aver reso noto insieme alla presidente della Provincia Valentina Palli di aver inviato una lettera al presidente e all’amministratore delegato di Sapir, la società che ha in mano il terminal contenitori ravennate. L’ha fatto in qualità di azionista della società, della quale gli enti pubblici locali possiedono poco meno del 30%.
Ovviamente non poteva esser un ordine ma il pressing è stato esplicito: un invito a «valutare tutte le possibili azioni giuridiche per quanto di vostra competenza» per evitare che, «nel terminal che avete in concessione», possano transitare «armi destinate a Paesi in conflitto armato o a scenari di violazione dei diritti umani accertate da organismi internazionali». È stato poi reso noto che, a seguito della lettera, Sapir – secondo quanto ribadito dal sindaco – ha comunicato allo spedizioniere e alla compagnia di navigazione la propria indisponibilità a far entrare nel proprio terminal questi container Ravenna – queste le parole di Barattoni in conferenza stampa – è città medaglia d’oro al valor militare della Resistenza e sente il dovere verso popolazioni vittime di massacri com’è il caso di quella palestinese nella Striscia di Gaza. Aggiungendo poi: «C’è sempre una parte dalla quale stare e l’Emilia Romagna ha ben chiaro quale sia: quelle delle vittime innocenti e degli ostaggi».
Tutto è partito – lo conferma Barattoni – dalla segnalazione di alcuni lavoratori del porto. E se a giugno, come sottolinea Palli, «lo avevamo saputo in ritardo e abbiamo potuto semmai dire chiaro e tondo il nostro orientamento», stavolta siamo riusciti a saperlo per tempo e a agire facendo sentire la propria voce «anche in qualità di azionisti, è una opportunità che non avremmo avuto se la parte pubblica non fosse stata fra i soci».
Il sindaco ravennate non ha risparmiato un doppio attacco al governo nazionale. Da un lato: «nonostante le prese di posizione che più volte abbiamo espresso», i ministeri interessati e le Dogane continuano a operare «come se nulla fosse e come se, a pochi chilometri dal porto di Ravenna, non fosse in corso una azione militare da parte del governo israeliano che prevede quotidianamente la morte di donne e bambini innocenti». Dall’altro: il governo italiano «continua a far finta di non vedere e non sapere che dai porti continuano a transitare armi destinati a porti israeliani con finalità del tutto diverse da quelle della nostra Costituzione».