Così l’intelligenza artificiale aiuta le piccole imprese a caccia di finanziamenti
Fundo.One, la startup per il settore marittimo nella galassia di Cassa Depositi Prestiti

Andrea Giustina, amministratore delegato Fundo.One
GENOVA. C’erano una volta i “nativi digitali”: ora quasi quasi li mettono nel modernariato. Adesso di fronte alla rivoluzione dell’intelligenza artificiale” bisogna essere “AI-native” e, se non possiamo esserlo noi umani, lo siano i prodotti che usiamo, sperando che la loro “intelligenza di oggetti” ci semplifichi comunque una esistenza già di per sé ingarbugliatina. È il caso di Fundo.One, la prima start up nata dalla costola di Maritime Ventures, e già qui siamo Maritime Ventures all’ombra di uno dei principali colossi finanziari del Bel Paese: Cassa Depositi Prestiti che in questa circostanza entra in azione con Cdp Venture Capital.
Non basta: la gestione operativa è nelle mani di Cariplo Factory e Bridgemaker, coinvolgendo «primari investitori finanziari e industriali». I nomi? Fincantieri, Psa Italy (la controllata italiana dell’Authority portuale singaporeana), Fondazione Compagnia di San Paolo, Neva Sgr e Friulia con il supporto di partner istituzionali come il Comune di Genova, la Regione Friuli-Venezia Giulia e Confindustria Genova, oltre alla collaborazione di Intesa Sanpaolo Innovation Center. Cosa ha in testa Maritime Ventures? Accelerare la transizione digitale della filiera marittima del nostro Paese Come? «Creando 10 nuove imprese in tre anni con un target di raccolta di circa 70 milioni di euro».
Questo è il palcoscenico che sta tutt’attorno. Tenendo a battesimo la sua prima startup, il progetto di Maritime Ventures di dedicarsi alla transizione digitale “di sistema” e all’innovazione della filiera marittima mette le mani su una delle criticità maggiori per le imprese del settore: l’accesso ai finanziamenti.
Se quello è il problema, la cura per risolverlo è Fundo.One, viene annunciato: stiamo parlando di «una piattaforma, basata su intelligenza artificiale, pensata per facilitare il percorso di accesso ai finanziamenti» ok ma anche «agli incentivi e ai bandi pubblici nel settore nautico, logistico-portuale e della cantieristica per le piccole e medie imprese della filiera». Alla guida di Fundo.One l’amministratore delegato Andrea Giustina, presentato come «manager con una lunga esperienza nel mondo start-up e “venture capital” e una “exit” da oltre 300 milioni di euro.
Solo il 31% delle piccole imprese fa domanda di finanziamenti pubblici (396 miliardi di euro nel 2024), meno di due piccole imprese su dieci (anzi, meno di una su sei: 16%) usano strumenti di “supply chain finance” (594 miliardi di euro nel 2024). E non va meglio se si passa ai raggi x il comparto specifico della nautica, la prova del nove è l’analisi condotta da Maritime Ventures su «oltre 45 imprese della filiera»: indica che c’è davvero da dare più sprint al motore. Per queste realtà sono stati individuati sei ambiti prioritari di innovazione: tra essi, la complessità normativa, la tracciabilità, la digitalizzazione delle organizzazioni e la comunicazione fra “stakeholder”.
Fundo.One nasce per dare risposta a queste esigenze: la piattaforma “AI-native”, «progettata e addestrata da esperti di settore, con una rapida registrazione, definendo gli obiettivi di investimento dell’azienda, abilita la ricerca automatizzata e continuativa dei bandi, semplificando ogni fase del processo dell’invio della pratica, seguita dalla gestione e supporto alla rendicontazione in un’unica dashboard, abbattendo le barriere all’accesso alla finanza agevolata e riducendo tempi e costi per le piccole imprese del settore nautico».
Presentando l’identikit di Fundo.One si sottolinea che «offre un sistema, che permette di individuare immediatamente quali bandi siano pertinenti, con “alert” costanti sulle nuove opportunità, per migliorare il tasso di successo delle domande». È costantemente aggiornato «su tutta la normativa dei bandi e tutti i casi precedenti di successo» così da automatizzare al massimo livello tramite “AI agent” e meccanismi automatizzati di invio e scadenze, senza contare «la possibilità di essere guidati dagli esperti di Fundo.One».
«A soli 14 mesi dalla costituzione di Maritime Ventures, presentiamo al mercato la nostra prima “venture”. Con Fundo.One realizziamo il primo tassello di un progetto ambizioso e registriamo riscontri positivi rispetto al nostro modello di “venture building”: un processo snello che sviluppa startup in modo seriale, partendo da bisogni concreti che emergono dal mercato per sviluppare e prototipare soluzioni digitali che vengono testate sul mercato per lanciare solo ciò di cui c’è realmente bisogno»: parola di Enrico Noseda, amministratore delegato di Maritime Ventures e responsabile settore innovazione di Cariplo Factory: «Maritime Ventures – afferma – lavora con il dinamismo di una startup e con il solido supporto di alcuni fra i più rilevanti operatori industriali, finanziari e istituzionali del paese: desidero ringraziare tutti i partner del progetto».
Così Andrea Giustina, amministratore delegato di Fundo.One: «Le piccole imprese che operano nella nautica, nella logistica portuale e nella componentistica industriale lamentano una difficoltà nell’individuare le opportunità di bandi e finanziamenti a loro disposizione, oltre alla complessità normativa e burocratica da gestire. E questo rischia di rallentare l’innovazione in un settore cruciale del nostro Paese. Fundo.One vuole essere lo strumento che facilita, supporta e accelera il processo per permettere a tutte le piccole imprese di accedere a nuovi finanziamenti in modo efficiente. Tutto questo è stato reso possibile dall’eccellente lavoro svolto dal team di Maritime Ventures e dal supporto dei partner del progetto».
Come detto, Maritime Ventures ha l’obiettivo di creare 10 nuove imprese in tre anni. C’è da rispondere – si sottolinea – ai «bisogni crescenti di trasformazione digitale delle piccole imprese italiane che sviluppano componentistica e servizi nei settori della cantieristica navale, della nautica da diporto, della croceristica e della logistica portuale». Queste aziende “neonate” saranno «oggetto di successivi investimenti in equity da parte di Cdp Venture Capital, attraverso il “Fondo Boost Innovation”, per un ammontare di circa 30 milioni di euro». Questo, secondo le previsioni, potrà mettere in moto «un effetto di addizionalità sul mercato che porterà gli investimenti complessivi a circa 70 milioni di euro».