Porto di Barletta, l’Authority barese riqualifica il Molo di Levante
L’appalto per metterlo in sicurezza e restituire alla città un luogo simbolo

Panoramica dall’alto del porto di Barletta
BARI. L’Authority barese ha intenzione di integrare i lavori che nel porto di Barletta sono già in corso per ragioni di messa in sicurezza: si punta a rendere fruibile a piedi il molo di Levante, comunque se ne dovrà discutere in via preventiva anche con la prefettura, la questura e la Capitaneria di Porto. I soldi per farlo? Il finanziamento arriverà dai 600mila euro già destinati a tale scopo nell’ambito dell’intesa sottoscritta cinque anni fa tra municipio e istituzione portuale ma anche, se necessario, con fondi derivanti dall’appalto per i lavori di prolungamento dei moli foranei di prossima cantierizzazione.
Di questo hanno discusso, nella sede di Bari dell’Autorità di Sistema Portuale, il commissario straordinario dell’ente, Francesco Mastro, e il sindaco di Barletta, Cosimo Cannito.
Secondo quanto è stato reso noto, il commissario ha riferito al primo cittadino che l’Autorità di Sistema Portuale è «pienamente consapevole del valore simbolico e identitario che il Molo di Levante riveste per la comunità barlettana, e non solo: un luogo di incontro, svago e socialità». Resta il fatto, però, che è necessario che «qualsiasi riapertura avvenga esclusivamente in condizioni di massima sicurezza per l’utenza e nel pieno rispetto delle leggi e delle prescrizioni delle autorità competenti e delle ordinanze vigenti».
Queste le parole del commissario straordinario Francesco Mastro: «Il porto di Barletta è il fiore all’occhiello del territorio costiero: proprio per questo procederemo con il nostro progetto di riqualificazione e di messa in sicurezza del Braccio di Levante. Un’opera che sta nell’ambito della mega-opera che stiamo realizzando: il prolungamento dei moli foranei. Un intervento infrastrutturale imponente ed ecosostenibile che renderà lo scalo finalmente fruibile anche alle navi di ultima generazione». Per Mastro le aree di interazione porto-città sono definite da «un principio non solo normativo, ma anche sociale: un principio che intendiamo mantenere vivo ed efficace»
La decisione di interdire fisicamente l’accesso al Molo di Levante – viene sottolineato da parte dell’ente portuale – è stata adottata per «imprescindibili ragioni di sicurezza, a seguito dei gravi fatti di cronaca verificatisi lo scorso 4 luglio e delle numerose segnalazioni di attività illecite registrate nell’area». Probabilmente ci si riferisce alla sparatoria avvenuta in questa zona con il ferimento di un trentenne.
Va detto – e l’Authority tiene a metterlo in evidenza – che già in virtù di una ordinanza della Capitaneria del novembre di cinque anni fa l’accesso alla diga foranea è vietato: l’accesso è permesso «solo ai mezzi e al personale del Comune di Barletta, della stessa Capitaneria, dell’Authority e delle Forze di Polizia e di soccorso». Questo per motivi che hanno a che fare sia con la “security” marittima sia con «l’assenza delle necessarie condizioni di sicurezza».
Da parte dell’istituzione portuale si mette in chiaro che, «per superare tali criticità», nel maggio 2020 l’Autorità di Sistema Portuale e il Comune di Barletta avevano sottoscritto «un protocollo d’intesa finalizzato alla riqualificazione dell’area, con l’impegno dell’ente portuale di contribuire nella misura massima di 600 mila euro e per il Comune di provvedere all’appalto dei lavori previa progettazione». Sulla base del progetto esecutivo da parte del professionista incaricato dal Comune di Barletta, si è arrivati a determinare un progetto che ha «un fabbisogno economico è pari a 1,7 milioni di euro».
«Per risolvere l’impossibilità da parte del Comune di finanziare i lavori, a valle di una rimodulazione del Protocollo di intesa», l’Autorità di sistema portuale informa che si farà carico «dell’intera progettazione e realizzazione», mantenendo la competenza sulla gestione che, «in base al Protocollo, era prevista in capo all’amministrazione comunale». Secondo le stime citate dall’Authority, i lavori dovrebbero durare «circa un anno e mezzo».
C’è poi da porre attenzione al progetto di prolungamento dei moli: l’ente portuale barese mette in risalto che si tratta di «un’opera imponente e strategica, attesa da sempre dagli operatori (e non solo da essi)»: consentirà – si afferma – di «elevare in maniera significativa la funzionalità del bacino portuale di Barletta, risolvendo alcune criticità tecnico-nautiche e consentendo, contestualmente, di ridurre l’apporto verso l’interno del materiale solido trasportato dalle correnti costiere». Gli interventi previsti sono:
- allungamento del Molo di Tramontana di circa 500 metri in modo da raggiungere la lunghezza complessiva di 805 metri com’è previsto dal Piano regolatore portuale attualmente in vigore;
- prolungamento del Molo di Levante di circa 140 metri.
Per la realizzazione del prolungamento del Molo di Ponente è stimato «un quadro economico di spesa pari a 38 milioni di euro, di cui 34 milioni circa per lavori e 4 milioni per somme a disposizione dell’amministrazione». L’importo di 38 milioni trova copertura finanziaria in questo modo:
- il decreto ministeriale n. 332 dell’agosto 2021 dispone un finanziamento di 19,9 milioni
- il decreto ministeriale (dicastero delle infrastrutture) n. 150 dell’ottobre 2020 mette in campo un finanziamento di 5 milioni di euro;
- dall’accordo di coesione per la Regione Puglia, sottoscritto nel novembre scorso da governo e Regione derivano «ulteriori 13 milioni di euro a completare l’intera opera, compreso il Molo di Levante».