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LIVORNO

Il d-day della protesta per Gaza, partecipazione record con Cgil e Usb

Stop agli accessi dei varchi portuali, traffico in tilt su Variante e superstrada

In corteo migliaia di manifestanti a Livorno: qui la protesta organizzata da Usb

LIVORNO. Nella giornata più “lunga” e incandescente degli ultimi anni la città di Livorno ha risposto alla chiamata in piazza dei sindacati Cgil e Usb. In differenti iniziative di lotta, con differenti modalità: 1) per dare l’altolà al massacro della popolazione civile di Gaza; 2) per contestare il blocco dell’operazione umanitaria della Flotilla da parte della Marina israeliana; 3) per scuotere il governo Meloni giudicato troppo restìo a schierarsi contro le azioni del premier israeliano Netanyahu.

La Cgil parla di «oltre 15mila manifestanti» al proprio corteo, fonti dei sindacati di base raccontano di «migliaia e migliaia di persone più un corteo di 5mila insegnanti e studenti». Al di là dei numeri, è sembrato che mai così alto sia stato almeno da trent’anni a questa parte il numero complessivo di quanti sono scesi in piazza: si tenga conto oltretutto che il resto della provincia ha organizzato con la Cgil manifestazioni a Cecina, Piombino e Elba (e dunque le adesioni non sono confluite su Livorno), così come la galassia degli universitari potrebbe aver partecipato alle attivissime proteste di Pisa, altra  città che così come Livorno è diventata una delle “capitali” della mobilitazione.

Da un lato, la Cgil che ha convocato la sua gente alla stazione ferroviaria: poi il corteo ha scelto un percorso inedito nelle periferie popolari dei quartieri a nord della città, fra le Sorgenti, Fiorentina e Garibaldi prima di convergere in piazza del Luogo Pio, cuore antico del centro, dove ha parlato anche il sindaco Luca Salvetti. Dall’altro, l’Usb e una galassia di realtà di base (come il collettivo studentesco Scuola di Carta, l’ex Caserma Occupata, Potere al Popolo, il Gruppo autonomo portuali, solo per dirne alcune): in campo prima dell’alba ai varchi portuali per mandare in tilt il flusso di camion in ingresso all’interno della cinta doganale, ma anche in piazza della Repubblica dove si è dato appuntamento principalmente che, studenti e prof, nel mondo della scuola si sente più vicino alla sinistra radicale.

La manifestazione Cgil con partenza dalla stazione ferroviaria e conclusione in piazza del Luogo Pio. Sotto: il corteo Usb

DALL’ARCHIVIO/1: qui il link all’articolo della Gazzetta Marittima in cui si racconta la presa di posizione degli operatori del porto di Livorno: bene la solidarietà con Gaza ma non bloccate le banchine

DALL’ARCHIVIO/2: qui il link all’articolo della Gazzetta Marittima in cui si dà conto delle manifestazioni a Livorno alla vigilia dello sciopero: a cominciare dalla paralisi della stazione ferroviaria

DALL’ARCHIVIO/3: qui il link all’articolo della Gazzetta Marittima sulla affollata mobilitazione del sindacato di base Usb lunedì 22 al varco Valessini del porto di Livorno

DALL’ARCHIVIO/4: qui il link all’articolo della Gazzetta Marittima sul corteo, uno dei più partecipati a Livorno degli ultimi anni, organizzato dalla Cgil per chiedere lo stop ai bombardamenti su Gaza

DALL’ARCHIVIO/5: qui il link all’articolo della Gazzetta Marittima relativo alla fiaccolata della sera del 17 settembre organizzata a Livorno dalla Cgil e da una galassia di forze che chiedono lo stop dei massacri a Gaza

L’operatività del porto è stata ostacolata lato terra intasando i varchi e, come detto, fermando l’arrivo delle merci in porto o la partenza verso l’entroterra a bordo dei camion: ma, a quanto è stato verificato, dalle banchine sono partite o arrivate, talvolta con qualche ritardo, le navi in Darsena Toscana, ad esempio.

È da sottolineare anche un clima di consenso diffuso più largo di quello degli partecipanti attivi alle manifestazioni: ad esempio, non pochi esercizi commerciali hanno abbassato temporaneamente la saracinesca in segno di partecipazione e, almeno a quanto è stato possibile sapere, non si sono registrate plateali insofferenze da parte di chi è rimasto intrappolato nel traffico in tilt. «La reazione, perlopiù di solidarietà e di complicità, dei cittadini presenti non si vedevano da decenni», dice il sindacato Usb livornese in una valutazione affidata ai social.

L’iniziativa dei sindacati di base è stata organizzata con gruppi che muovendosi in direzione di alcuni nodi nevralgici della viabilità ha portato alla paralisi temporanea di alcuni punti-chiave: ad esempio, all’inizio della mattinata alla rotatoria di ponte Genova a nord della città, non lontano dall’ingresso nella zona portuale. Qualcosa del genere è avvenuta sulla tangenziale cittadina – con la Variante Aurelia invasa per qualche tempo dalla protesta con striscioni e fumogeni – così come sulla superstrada Fi-Pi-Li.

L’intervento del sindaco livornese Luca Salvetti in piazza del Luogo Pio

Alla manifestazione in piazza del Luogo Pio è intervenuto il sindaco livornese Luca Salvetti, indipendente alla guida di una giunta di centrosinistra: non è la prima volta, nei momenti clou di questa mobilitazione pro-Gaza ha “messo la faccia” molte volte, sia nei presidi sindacali più incandescenti che alla fiaccolata serale per le vie del centro. Davanti a una piazza piena di gente ripete: «Al di là del mio ruolo, sono personalmente orgoglioso di voi e di questa città. Livorno dimostra di avere valori unici e l’ha dimostrato accogliendo più di 20 navi di migranti: l’ha fatto con cuore, testa, buonsenso e capacità». Poi è tornato a rimarcare quanto questa “guerra”, «a differenza di molte altre», sia una faglia che spacca la comunità locale e inquina i secolari rapporti con una comunità ebraica ben integrata da sempre (Livorno non ha mai conosciuto un “ghetto”). L’ha ribadito invitando a «una mobilitazione che non guardi a nient’altro che al senso di umanità, nessuna bandiera di partito, e su questo so che Livorno non è seconda a nessuno». Salvetti confessa di aver temuto che la città «rimanesse da sola» a gridare la solidarietà e dunque fosse in una «situazione di debolezza» ma – avverte – le piazze di questi giorni dicono che «tante altre città hanno seguito l’esempio di Livorno».

Il segretario generale della Cgil livornese, Gianfranco Francese, sottolinea che è stata «una grande e bellissima manifestazione di popolo: il nostro territorio sa da che parte stare e lo ha dimostrato ancora una volta». Aggiungendo poi: ha invaso «pacificamente le strade con bandiere, striscioni e musica» e ha nuovamente chiesto «il cessate il fuoco e il riconoscimento dello Stato di Palestina, l’apertura di corridoi umanitari e il rilascio degli attivisti della Flotilla».

Francese respinge al mittente le parole della premier Meloni e del vice Salvini. «Forse pensavano di intimidirci? Hanno ottenuto l’effetto contrario. Quello di oggi è uno sciopero politico. Le piazze di questi giorni dimostrano che il governo di questo Paese è già in minoranza». E se è vero che «la mobilitazione prosegue», occhio alle provocazioni: «Cercheranno –  mette in guardia il dirigente Cgil – di far passare una grande mobilitazione popolare politica e umanitaria come un problema di ordine pubblico per scatenare la repressione e criminalizzare questo grandioso movimento».

La manifestazione giunge in piazza Civica, davanti alle sedi degli enti locali cittadini, da un lato il Comune e dall’altro la Provincia

Dentro queste piazze c’è qualcosa di più, dicono dalla sponda del sindacato di base Usb: «C’è la volontà dei lavoratori e dei giovani di conquistarsi a forza il protagonismo che gli spetta. Dopo anni di passività e sfiducia nei confronti di soggetti politici e sindacali ormai compromessi con un governo piuttosto che un altro. C’è il clima di guerra e la paura di un possibile conflitto. Ci sono i bassi salari e i servizi pubblici che non funzionano mentre si spendono miliardi di euro in inutili armi». Il sindacato extraconfederale lo ripete anche via social segnalando che, da un lato, la destra meloniana di governo è «costretta a prendere atto di questa nuova condizione» e, dall’altro, si vuol stanare «la cosiddetta sinistra, nei territori in cui governa come Toscana e Livorno, mantiene una posizione ambigua: vanno bene le manifestazioni ma attenzione ai traffici portuali, le armi in porto no ma i mezzi militari di Camp Darby sì»…

Mauro Zucchelli

 

Pubblicato il
3 Ottobre 2025
di MAURO ZUCCHELLI

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