Dietro le quinte delle novità che stanno scombussolano tutto
Di sicuro è lotta dura: ma sarà senza paura?
LIVORNO. Non c’è pace nel trasporto marittimo ed aereo di questi tempi. Anzi, le tensioni sembrano aumentare proprio perché gli annunci di pace (gli Houthi avrebbero promesso di non sparar più alle navi, Suez riaprirebbe a tempo pieno, la Cina annuncia una nuova rotta commerciale per almeno quattro mesi attraverso l’Artico) stanno scombussolando l’armamento. Che siano solo promesse si vedrà: però il nuovo allarme ha precise ramificazioni: da quella dell’intasamento dei porti del Mediterraneo per la riapertura di Suez all’altra secondo cui la rotta polare, se funzionerà, taglierà fuori il Mediterraneo da molti collegamenti con Cina ed Est asiatico.
Una riprova di queste tensioni viene proprio in questi giorni dal ritiro del gruppo Raben, uno dei più importanti e strutturati della Ue, dal comparto marittimo ed aereo, per concentrarsi sul solo traffico terrestre. Ma non è il solo segnale: anche Dachser ristruttura e chiude sedi e i maggiori armamenti mondiali registrano una caduta verticale delle tariffe. “Siamo al livello più basso degli ultimi venti mesi” testimonia l’indice Headhaul, che registra una discesa a 131,8 punti ad agosto, anche in relazione al congestionamento dei porti del Nord Europa. Programmare è difficile, proprio in base ai segnali relativi a Suez e alla rotta polare. Di contro c’è chi, come il colosso Msc, non si spaventa e continua a investire su navi e rotte, facendo proprio il principio secondo cui “quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”.
(A.F.)











