In assemblea l’“Onu dei porti”, l’Italia vuol rimanere nel consiglio
Ormai è nel board da anni: la missione affidata al viceministro Rixi

Il viceministo Edoardo Rixi durante un sopralluogo nel porto di Livorno nel 2025
ROMA. «L’Italia vuole essere protagonista, non spettatrice». È con questa parola d’ordine che l’Italia partecipa all’assemblea generale dell’Imo, il braccio operativo dell’Onu sul fronte marittimo in fatto di cooperazione marittima come strumento per garantire la sicurezza della navigazione e per proteggere sotto il profilo ambientale mari e oceani.
A rappresentare il nostro Paese sarà il viceministro Edoardo Rixi: lo rende noto un comunicato ufficiale del ministero delle infrastrutture segnalando che l’Italia vuol essere «al centro del dibattito internazionale» con «la visione di un Paese che vuole guidare il futuro della marittimità». Viene annunciato che Rixi ribadirà «il ruolo strategico dei nostri porti e della cantieristica nazionale, elementi decisivi per le rotte globali e per la sicurezza del traffico marittimo».
Viene sottolineato che l’Italia presenterà la propria candidatura al consiglio dell’Imo – questa sorta di Onu dei mari, si diceva – e, come pilastri di tale candidatura, porrà particolare attenzione a «temi come decarbonizzazione, sicurezza dei lavoratori, cooperazione internazionale».
In realtà, l’Italia anche nel mandato ora in scadenza figura già nel consiglio nel gruppo dei dieci Paesi leader insieme a Cina, Grecia, Giappone, Liberia, Norvegia, Panama, Repubblica di Corea, Regno Unito e Stati Uniti. E lo era già anche nel biennio precedente, e in quello ancor più indietro e via dicendo. Dieci posti, ma undici candidati perché si è fatta avanti anche la federazione russa. A chi spetterà uscire? Anche se va detto che c’è una ipotesi di allargare da 40 a 52 il numero degli Stati presenti nel consiglio allungandone la vita da due a quattro anni.
Nel frattempo, a Londra il viceministro incontrerà il segretario generale Dominguez e i capi delegazione di Paesi chiave (come Ucraina, Qatar, Arabia Saudita, Marocco, Cina) per «rafforzare il dialogo strategico dell’Italia sulle grandi sfide geopolitiche».
Rixi vedrà anche i nuovi vertici dei Trasporti britannici, primo contatto operativo con il governo labourista. Per il MIT è l’occasione per ribadire che l’Italia vuole essere partner credibile e protagonista nella partita infrastrutturale europea.











